Residenza MigraMenti Off, il 9 settembre al teatro comunale di Badolato “Clandestino”


Uno spettacolo dedicato a tutti coloro che non hanno diritto di parola, i piccoli, gli ultimi della società, gli esclusi. E’ “Clandestino” della compagnia Catalyst che andrà in scena il 9 settembre alle ore 21.30 al Teatro comunale di Badolato. Lo spettacolo segna l’inizio del terzo e ultimo anno della residenza MigraMenti Off, cofinanziata da Mibact e Regione Calabria per il triennio 2015/2017, progetto di consolidamento della residenza “MigraMenti. Poetiche del Viaggio”, attiva dal settembre 2012.
Oltre a “Clandestino”, il programma della terza annualità, che si estenderà fino a fine ottobre, prevede infatti altri due spettacoli, “Come un granello di sabbia – Giuseppe Gulotta, storia di un innocente” di Mana Chuma Teatro e “Patres” di Scenari Visibili, insieme a un esito scenico pubblico, di una ospitalità in residenza di un giovane artista calabrese effettuata in un periodo di tre mesi.

Come negli anni passati, gli spettacoli scelti avranno la caratteristica di promuovere artisti Under 35, artisti e spettacoli selezionati e/o premiati in importanti festival di teatro nazionale, o di avere effettuato un percorso di ospitalità in una delle altre 68 residenze teatrali italiane riconosciute e sostenute dal Mibact. Il primo spettacolo in rassegna, come si diceva, è “Clandestino”, scritto e diretto da Riccardo Rombi. In scena ci saranno Virginia Billi, Rosario Campisi e Aleksandros Memetaj che racconteranno di tutti coloro che non contano, dei trascurati, dei disprezzati, dei perseguitati. Clandestino è un canto dedicato a tutti quelli che abitano in un mondo che, a sua volta, è diseredato quanto loro. Uno spettacolo per provare a invertire i valori, per rialzare la testa, per abbattere i muri. I personaggi di questo spettacolo vivono lo strazio di essere inutili comparse del proprio tempo.

Sul palco tre personaggi, tra cui un vecchio che si ribella al suo spegnersi anonimamente e decide di darsi alla clandestinità per riappropriarsi almeno del suo diritto alla morte. A fargli da contrappunto la nostra coscienza e una donna che vive immersa in un quotidiano banale. Una donna che si esprime per luoghi comuni inseguendo disperatamente modelli di apparente benessere. Uno spettacolo che denuncia modelli culturali insostenibili fatti di solitudine, irresponsabilità, egoismo. Di fronte a questo desolante panorama viene allora ribaltato il significato di un termine usato oggi solo con una connotazione feroce e la Clandestinità inaspettatamente diventa una possibile via d’uscita. Lo spettacolo è stato prodotto all’interno del progetto Lontano da dove – Bando Migrarti 2017.


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