Salvini e la diplomazia del Vaticano


È indispensabile una premessa teologica. Il cristianesimo, fin dalle origini, è un movimento culturale assai complesso, e dalle molte e variegate interpretazioni. Tra queste, serpeggiano dal IV secolo l’arianesimo, lo gnosticismo, il manicheismo, che, pur nelle loro evidenti differenze, tendono allo spiritualismo e alla separazione della Fede dal mondo. Ne derivano, per vari rivoli, le eresie catare del Medioevo, il protestantesimo, il giansenismo, lo spiritualismo ottocentesco propriamente detto; e, ogni tanto, delle utopie palingenetiche e millenaristiche, che hanno un certo successo, per poi finire dimenticate.

La Chiesa di Roma, la Cattolica, fin dal riconoscimento costantiniano del 313, ha accettato, e vittoriosamente affrontato quasi sempre, la sfida del mondo, della politica, dell’economia, del realismo; e ha perseguito la “libertas Ecclesiae”. Il mondo non è il male come pensano i giansenisti, e Cristo non è un sognatore di nevrotico perfezionismo: il mondo è creazione di Dio, e bisogna viverlo e migliorarlo; ma senza stravolgerlo, alla ricerca di un ottimo che è nemico del bene. Perciò la storia della Chiesa è anche storia di un confronto, incontro e scontro con gli imperatori d’Occidente, prima romani poi germanici; con gli Stati cattolici; con la necessità, non raramente, di fare uso delle armi; armi di qualcun altro, e in più casi armi della Chiesa, come quelle di Leone IV contro i Saraceni, e di Giulio II contro gli usurpatori: entrambi i papi guidarono personalmente le truppe; e san Pio V inviò la flotta italospagnola alla luminosa vittoria di Lepanto.

I giansenisti e utopisti vari storcono il muso, ma la Chiesa è sopravvissuta alle tempeste, alle sue colpe, ai suoi errori e ai suoi molti nemici quasi sempre in mala fede; ed è ancora viva.

Non sempre le cose andarono così bene; e allora la Chiesa cercò alleati (più o meno sinceri!) e accordi. Nel 1053 papa Leone IX mosse guerra ai Normanni; e siccome non tutti i leoni hanno validi artigli, finì sconfitto a Civitate e fatto prigioniero. Dopo un poco di trattative, Roberto Guiscardo e Leone s’intesero in questi termini: i Normanni divenivano vassalli della Chiesa, e perciò italiani, anzi più italiani degli altri; e ottenevano l’incarico di riconquistare la Sicilia togliendola ai Saraceni; e riportare all’obbedienza romana le diocesi che nel 723 erano state sottratte dall’imperatore Leone III Isaurico. Ogni epoca ha i suoi Leoni!

Potremmo continuare a lungo, con gli interventi realistici e fattivi della diplomazia vaticana. Negli anni 1920, Argentina e Cile, sull’orlo della guerra per la Terra del fuoco, si rivolsero a Roma, e questa salvò la pace. La Guerra fredda si avviò alla fine per intervento della Chiesa di Giovanni XXIII. Eccetera…
Il 25 agosto 2018, la Chiesa e Salvini hanno sbloccato una situazione che, comunque, pareva complicata: le Diocesi accoglieranno cento degli ultimi clandestini, o migranti che dir si voglia; assieme alla cattolica Irlanda, e a uno Stato che non fa parte dell’Unione Europe: l’Albania.

Chi ne esce con una figuraccia è l’Europa in quanto Unione, e quella specie di supereuropa che si credono essere la Germania e la Francia, con la Spagna. La situazione è stata sbloccata dalla Chiesa e da Salvini, senza prendere in nessuna considerazione i Macron e le Merkel di un’Europa che non ha una diplomazia e un’idea; una diplomazia l’ha la Chiesa, eccome.

Da cattolico, devo chiedermi a cosa sia dovuto un così evidente cambiamento di tono, una così evidente differenza tra l’accordo del 25 agosto, e la presa di posizione di una rivista che non nomino per non farle pubblicità, famosa per il tentativo del suo direttore di fare scempio della lingua latina traducendola come il marchesino Eufemio. Ebbene, è palese che il realismo prevale sulla pur legittima tendenza spiritualista e buonista generica:

– l’Europa rivela una sfacciata politica antitaliana, e gli Italiani, che già non hanno tanta simpatia per Bruxelles, sono giustamente irritati;
– il voto dei cattolici italiani non è andato certo a qualche immigrazionista, ma proprio il contrario, massicciamente il contrario;
– troppi i migranti, e troppi in Italia, e troppi senza alcuna funzione sociale o lavorativa; e non ci sono giochini di numeri alla Boldrini e alla Boemi, che riescano a non farci vedere la situazione com’è;
– troppi gli scandali tra i buonisti a pagamento, e non pochi di questi hanno coinvolto gente di Chiesa.

Parliamo del voto cattolico. Ebbene, dovete sapere che, in punta di Dottrina, un cattolico credente e praticante è tenuto ad obbedire al papa, che è infallibile in materia di Fede e Morale; ma non è infallibile in materia di calcio o letteratura o pittura; come gridava Michelangelo contro papa Giulio a proposito della Sistina!
E anche in materia di Fede e Morale, l’infallibilità si deve esprimere attraverso ponderati documenti in latino, letti ex cathedra Petri. Se invece qualche ecclesiastico “porta” un candidato o un partito, e io non li voto, ciò non si aggiunge minimamente al carico non lieve dei miei peccati, cioè sono liberissimo, come ho fatto, di non votare quel partito, e soprattutto quel candidato: prima dovevano tagliarmi i polpastrelli!

Insomma, ci voleva un’abilità diplomatica e un bel colpo di senso della realtà, e la Chiesa e Salvini ne hanno trovato quanto ne serviva.
Salvini ha ricevuto un avviso di garanzia… Sì, ma qui stiamo parlando di cose serie.

Ulderico Nisticò


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