Sebastiano Dammone Sessa in mostra al Marca di Catanzaro


Arte sospesa tra pittura e scultura, tra percorsi installativi, motivi plastici essenziali e distese di colore: questi gli “Equilibri Mobili” di Sebastiano Dammone Sessa caratterizzati da segni, forme, sovrapposizioni, stratificazioni, metafore, richiami evocativi.
La mostra è stata inaugurata ieri all’interno del Marca.
All’incontro con la stampa e il pubblico è intervenuto Marco Polimeni, delegato alla Cultura della Provincia di Catanzaro, che ha sottolineato il percorso proficuo e vivace realizzato dalla Fondazione Guglielmo e dal suo presidente, definito “un grande animatore artistico”.
“Questa mostra – ha evidenziato Rocco Guglielmo, presidente della Fondazione e direttore artistico del museo provinciale – rientra nel progetto, ormai consolidato, di valorizzazione degli artisti che hanno un legame con la Calabria. Le opere di Dammone Sessa catturano lo spazio e giocano sul concetto del pieno e del vuoto, sono certo che attireranno la curiosità del pubblico”.
“Realizzare una personale – ha spiegato Sebastiano Dammone Sessa – mette sempre un po’ di agitazione. Significa mettersi a nudo, portare avanti le proprie idee, i propri sogni e anche le presunzioni che ci trasciniamo con noi. Faccio parte di una generazione di giovani artisti che basa tutto sulla sperimentazione. Ho realizzato i miei studi artistici all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Rivendico con molto orgoglio l’appartenenza a questo territorio”

La curatrice, Teodolinda Coltellaro, ha fornito un’introduzione all’universo creativo dell’artista: “L’opera di Sebastiano è una continua scoperta. Strato dopo strato l’opera aspetta solo di essere svelata dal suo fruitore, lasciando spazio alla sensibilità soggettiva di ogni persona e alle emozioni che ne derivano”.
“A seconda dell’esigenza espressiva – ha aggiunto la curatrice – Sessa utilizza geometrie e forme reali o fantastiche. Predilige quelle regolari ma non elude le irregolarità, gli spigoli e gli sconfinamenti formali, ricercando le correlazioni possibili tra forma e forma, modulando i piani, inseguendo quell’equilibrio imprescindibile tra le componenti strutturali dell’opera. E proprio in questa ricerca, l’artista sposta all’infinito il proprio centro per inseguire la conquista di un punto dell’universo e, una volta conquistato, lo rimette nuovamente in gioco, in movimento.
Tutto si rimette in discussione, nella consapevolezza che nessun luogo è lontano e nessun confine è limite”. La mostra rimarrà esposta nelle sale del Marca sino al 18 aprile.


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