Sei noctud… e legittima difesa


 Nel 2017 dopo Cristo, Appio Claudio Crasso e Tito Genucio, con otto altri, misero per iscritto su Dodici Tavole le leggi romane: rospo amaro inghiottito dai patrizi e una vittoria della plebe. Una di queste leggi diceva così, e proviamo a immaginare, con qualche fondamento glottologico, come sia stata formulata in quel latino lontanissimo: “Sei noctud furtom faxoit, sei im obcaesit, iuse caisos esto”; nella versione, più ammodernata ma ancora arcaica, nella quale la leggiamo, “Si noctu furtum faxit, si im occisit, iure caesus esto”, ovvero, alla lettera, “Se uno commette di notte un’azione illegale, e l’altro si difende fino ad ucciderlo, l’uccisione sia legale”.

 Scusate, ho sbagliato data, non era il 2017 dopo Cristo, era il 451 avanti! Nel 2017, a scrivere una tale legge, identica, è l’italico parlamento: di notte si può fare uso delle armi per difendersi da furti e violenze.

 Una premessa personale: se io mi trovassi in pericolo di vita o incolumità o integrità dei beni, non esiterei un istante a difendermi con ogni mezzo, con o senza una legge; e ciò sarebbe normalissimo.

 Ciò premesso, però, consentitemi alcune riflessioni:

a. Nel 451 a.C. non c’erano luce elettrica, telefoni, cellulari e social. Moltissimi Romani vivevano nelle domus di campagna, isolate dalle altre domus. E la notte di quei tempi era buia davvero. Non sussisteva dunque alcuna possibilità di chiamare aiuto e ottenerlo.

b. Nelle domus non vivevano marito e moglie e un bimbo, ma un paterfamilias con molti figli, e contadini e robusti schiavi.

c. Pater e annessi erano persone in qualche modo avvezze alle armi: le adunanze dei Quiriti si facevano portando una simbolica lancia (cures); e nelle frequenti guerre, si usavano lance e gladi tutt’altro che simbolici. Essendo milites, sapevano usare le armi, e quindi sapevano quando non usarle. Ecco il senso di “si im occisit”: di notte si può anche uccidere, ma non sta scritto che si deve; il che sottintende una gradualità di reazioni, secondo l’offesa e il pericolo. Eh, la sapienza giuridica dei Romani.

d. Il tutto, “iure”, non da Farwest e film americani: anche il paterfamilias, pur dominus a casa sua, avrebbe dovuto comunque giustificarsi, in caso di omicidio di ladro.

 Passiamo al 2017:

1. Una legge che consente l’uccisione del ladro, perfettamente logica nel 451 a.C., non lo è nel 2017, quando, nella maggior parte dei casi, si potrebbe chiedere e ottenere l’intervento delle polizie. Uno Stato che riconosce ai suoi cittadini il diritto di farsi giustizia, è uno Stato che riconosce il suo fallimento nella funzione più ovvia: l’ordine pubblico.

2. Le famiglie di oggi, con marito moglie bimbo, non sono certo in grado di organizzare una difesa efficace e ben regolata.

3. Il bravo ragazzo di marito, non ce lo vedo a brandire una pistola e farne ragionevole uso. È molto più facile che, tra eroiche emozioni cinematografiche, ed effettive paure, spari alla moglie e al cane. Senza scordare che una pistola non mantenuta in efficienza è possibile scoppi in mano all’improvvisato guerriero, prima di colpire il nemico.

4. Comunque siano andate le cose, un processo ci sarà sempre: se no io sparo al vicino di casa antipatico e dico che mi voleva rubare una sedia.

 Due motivi dunque mi lasciano perplesso: l’abdicazione dello Stato dai suoi doveri; l’inettitudine della stragrande maggioranza dei cittadini all’uso corretto e misurato delle armi.

 A proposito: non ci vorrà sempre un porto d’armi o un permesso di detenzione?

 Ma come siamo arrivati, nella paciosa Italia, a questo bisogno di autodifesa? Ci siamo arrivati a forza di buonismo, sociologismo, perdonismo, spiegazionismo di tutto e del contrario di tutto; a forza di permessi premio agli assassini… eccetera. E ogni eccesso in un senso scatena prima o poi gli eccessi in senso contrario. Troppo buonismo? Ecco pronto il cattivismo! Non violenza e pacifismo obbligatori, quasi sempre hanno provocato voglia di sangue e di guerra: esempio, il mezzo secolo di mollaccioni cicisbei e sorrisi del Settecento, seguito dai massacri della rivoluzione e dalle guerre napoleoniche.

 Corollario importante. Nel 451 a.C., i ladri erano dei predoni strutturati, dei veri nemici (hostes), e non mariuoli. Oggi a compiere i furti e le violenze in casa sono i cani sciolti, gli Igor, gli stranieri dell’Est che non hanno niente da perdere, i ragazzotti drogati e da drogare…

 La criminalità organizzata non entra certo nelle case a rubare cento euro. Anzi, di fronte all’evidenza che in Calabria non esista microcriminalità, io, al posto di magistrati e polizie mi porrei qualche interrogativo; senza stare a sentire l’antimafia segue cena, che si rivolge a categorie criminali immaginarie e che lascino scritte sui muri!

 Contro la ‘ndrangheta, non bastano le pistole private dei professori e passacarte; contro i ragazzini rapinatori, sono un eccesso. Ci dovrebbe pensare lo Stato. Ma questo Stato, il nostro, è solo il participio passato del verbo essere; e, fallimentare, ora accontenta la gente mandandola a comprarsi la rivoltella.

Ulderico Nisticò


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