Sì, voglio il ponte


pontemessinaVoglio fermamente il ponte sullo Stretto, per le seguenti ragioni:
1. Voglio, in generale, qualsiasi cosa scuota, nel bene e nel male, questo millenario Purgatorio del Meridione, e della Calabria più ancora.
2. Da modernista reazionario e futurista, sono per ogni innovazione; e non confondo la Tradizione con la conservazione e con i cari e fasulli ricordi del nonno.
3. Ritengo che il ponte sia un’opera utile in sé, come mostra l’evidenza che il mondo è zeppo di ponti atti a varcare ogni fiume e burrone eccetera.
4. Penso che fare rapidamente una cosa sia meglio che farla lentamente.
5. Spero che l’investimento porti soldi e lavoro nella nostra economia fatta ormai quasi solo di pensioni con qualche stipendio.
6. Argomento che per difendere una così importante opera da eventuali rischi di criminalità, si inizi sul serio a combattere la mafia con azioni di polizia e magistratura (in quest’ordine!), e, ovviamente, senza antimafia segue cena.
7. La ragione più ovvia: l’improvviso arrivo del XXI secolo nelle nostre neolitiche condizioni di strade e ferrovie ci costringerà ad ammodernare anche tutto il resto, a cominciare dal cervello.
Queste sono le motivazioni del mio volere il ponte. Se poi mai si farà, è tutto un altro discorso.
A proposito, per quelli che piangono il pericolo che il ponte guasti il panorama di Reggio e Messina, guardate che Messina e Reggio non sono dei cardi selvatici ma delle opere antropiche che prima dei Calcidesi e Zanclei, e poi di Anassila, non c’erano, e le fecero degli esseri umani esattamente come i ponti.

Ulderico Nisticò


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