Siamo tutti tutto? Ovvero, libertà di sproloquio.


 Cadono i ponti costruiti pochi anni fa, o pochi giorni fa; scontata la riflessione su quanto siano saldi e baldi e lieti i gloriosi ponti littori della 106! Non è solo l’ovvia considerazione che oggi si ruba e allora non si rubava; è che allora un ponte lo progettava un ingegnere, lo costruiva un imprenditore serio (Impresa Sacripante Spera, negli anni 1930), lo collaudava, eccetera. Oggi, non tanto.

 Dite voi, ma chi ha progettato i ponti cadenti non sono degli ingegneri? No, rispondo io: sono dei laureati in ingegneria, il che, come mostrano i fatti, non è sinonimo; e qualche volta è il contrario. Idem per i laureati in lettere, i laureati in medicina, i laureati in qualsiasi cosa.

 Ma c’è di peggio. Oggi, se qualcuno offrisse a un Pincopalla qualsiasi un posto di progettista di ponti, quello, pur d’incassare, si metterebbe al computer a disegnare e calcolare. Un chilo di cemento, mezzo chilo di cemento… lo stesso, per lui: quello che conta è “il posto”.

 Ecco come viene meno il più ovvio principio di autorità. Oggi tutti sono esperti di tutto, tutti aprono bocca su tutto. E mica solo sui “social”, ma anche in tv e sui giornali; e trovano sponda. L’ultimo caso, il pistolotto contro i vaccini, è solo l’ultimo per oggi.

 I ciuchi invocano la libertà di opinione. Sarà pure, ma i vaccini non sono un’opinione; i numeri non sono un’opinione; i fatti storici non sono un’opinione. Se io affermo che il perfetto congiuntivo del verbo latino “dico” è “dixerim”, questa non è una mia opinione, bensì è grammatica latina; e chi invece sostenesse essere in una qualsiasi forma diversa non è che sosterrebbe un’opinione: solo, blatererebbe una sciocchezza. Del resto, conosco latinisti e grecisti che non hanno mai studiato una sola ora di greco e latino e leggono lapidi come fossero Topolino.

 Peggio: in altri tempi, nessuno avrebbe osato opporre una qualsiasi opinione alla mia dichiarazione circa “dixerim”; oggi arriva S. L. di turno, e, tra uno sproloquio e l’altro, affermerebbe che io ho torto in quanto notoriamente sovrappeso, oppure perché ho i cani, o perché dei miei lavori teatrali non può aver capito niente. Sulla coniugazione, niente: e troverebbe persino lettori. Su Ulisse sono state espresse, da Omero a oggi, tutte le possibili e impossibili opinioni. Ma che si parli dei suoi sbarchi “come scrive Omero” da parte di gente che non sa il greco, e nemmeno che Omero, ammesso sia esistito, non “scrisse”, e quindi c’è tutta una problematica testuale… insomma, non è un’opinione.

 Bisogna dunque, è urgente dunque ristabilire il principio di autorità; e quindi il divieto di scrivere sciocchezze. Sulla Turchia, sia libero chiunque di pensare come vuole; ma non di affermare che la Turchia sia in Oceania o in America Latina.

 E anche ammesso che una qualsiasi opinione possa avere dello spazio in tv e giornali, correttezza vuole che le si opponga subito un contraddittorio. Sbarcano i “migranti”? Ebbene, accanto alla faccia compunta dell’immigrazionista di turno, facciano vedere la mia dopo che ieri, a Lamezia Nicastro, in due ore sono stato avvicinato da almeno una ventina di “migranti” a chiedermi l’elemosina: alla faccia della cultura dell’accoglienza! E mi chiedano cosa ne penso.

 Commento finale: quando dico vietare, non intendo una legge, che cadrebbe nel vuoto come i fanali accesi di giorno e le ordinanze del sindaco sulla cacca dei cani; dico che, se parla la dottoressa delle domenica contro i vaccini, ma le mettete di fronte un immunologo serio con cifre e dati e metodo, vedete come le passa il vizio di fare la scienziata per hobby! Lo stesso per Ulisse, etc. Del resto, l’ho fatto, edizione di Oxford in mano. Ecco cos’è il principio di autorità.

Ulderico Nisticò


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