Soverato – Ex-Comac e diritto di critica


comac1Egr. Sig. Sindaco e Spett.le Amministrazione Comunale di Soverato
Da quando questa giovane Amministrazione si è insediata, ho apprezzato la sua voglia di fare e di misurarsi con le sfide che le eredità del passato le avevano consegnato.
Ho sostenuto, con l’associazione Legambiente circolo di Catanzaro- Soverato che rappresento, la tenacia con cui questa Amministrazione di Soverato insieme al Comitato rifiuti zero di Soverato, che raccoglie le associazioni più rappresentative presenti sul territorio, ha imposto alla ditta affidataria del servizio di raccolta dei rifiuti a Soverato la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani col metodo porta a porta, che è l’unico che dà risultati apprezzabili per ottenere frazioni di rifiuti separate, che hanno un valore commerciale tale da consentire nel futuro, se non una riduzione della tariffa, un contenimento degli aumenti tariffari.
Tuttavia se ci sono dei comportamenti che non sono condivisibili è dovere di ogni cittadino criticarli sia per suggerire costruttivamente una strada alternativa sia per evitare che azioni errate possano essere imputate a comportamenti dettati principalmente dalla voglia di fare ma anche per evitare che procedure non corrette si traducano in un danno per l’Ente che lo ripartisce sui cittadini che sono costretti a pagarne le conseguenze finanziarie.
L’elenco di questi esempi sarebbe troppo lungo ma per tutti basta citare le due 167, cioè “disposizioni per l’acquisizione di aree per l’edilizia economica e popolare”, che hanno visto l’Amministrazione Comunale soccombere nelle cause con gli eredi Paparo e con la famiglia Caminiti, i quali secondo le più alte istanza dei tribunali amministrativi sono stati danneggiati dall’esproprio dei loro terreni a prezzo non di mercato e per questa ragione sono stati risarciti.
Il risultato di queste operazioni è stato che la maggior parte dei cittadini di Soverato che non hanno beneficiato della legge hanno dovuto sobbarcarsi il debito nei confronti dei proprietari espropriati e la piccola parte di fortunati che hanno costruito un’abitazione hanno avuto il terreno a prezzo di esproprio.
Recentemente l’Amministrazione comunale ha avuto dal curatore giudiziario dell’immobile, Francesco Muraca, in concessione gratuita temporanea al Comune l’immobile “Ex-COMAC”.
Con una gara pubblica, l’immobile è stato concesso in uso ad una associazione privata. Al suo interno sono stati effettuati dei lavori.
L’Arch. Marisa Gigliotti ha posto la sua critica su tre aspetti:
1. La mancanza di una cartello con la indicazione dei lavori, degli esecutori e dei responsabili;
2. Lo snaturamento della storia del manufatto;
3. La stabilità del fabbricato durante e dopo le opere di “bonifica”.
Io credo che ogni cittadino abbia il diritto di porre delle domande e non credo che la risposta dell’Amministrazione debba essere quella, come riferito dalla stampa, di annunciare “una denuncia alla Gigliotti per le sue esternazioni a mezzo stampa, da parte dell’organizzazione e di alcuni consiglieri di maggioranza”.
Si vuole forse impedire ad una cittadina di esercitare il suo elementare diritto di critica?
Alla critica di una cittadina si dovrebbe rispondere con la spiegazione dei fatti e non con la minaccia che lascia il dubbio, chi è responsabile della sicurezza della operazione: l’associazione privata che ha ricevuto in uso l’immobile, l’Amministrazione comunale che a sua volta lo ha ricevuto dal curatore fallimentare o il curatore fallimentare che lo ha concesso all’Amministrazione comunale?
L’Amministrazione comunale nel trasferire l’immobile alla associazione privata ha garantito che l’immobile fosse in condizioni statiche di sicurezza? Oppure l’Associazione privata nell’accettare l’uso dell’immobile ha garantito che avrebbe messo in sicurezza l’immobile per garantire l’incolumità dei visitatori? Oppure il curatore fallimentare nel concedere all’Amministrazione comunale gratuitamente e temporaneamente l’immobile ha fatto presente che l’immobile doveva essere messo in sicurezza e che un tecnico abilitato potesse garantirne la stabilità?
In tutti i casi l’Amministrazione comunale che dovrebbe sovraintendere al governo del territorio dovrebbe fare di tutto per richiedere o osservare che tutte le norme di sicurezza siano rispettate.
Il territorio ed il suo paesaggio sono il bene più prezioso, che un Comune abbia ed un’Amministrazione comunale dovrebbe fare del consumo di suolo zero la sua bandiera.
Intendendo per consumo di suolo ogni trasformazione artificiale del suolo che lo rende impermeabile.
L’impermeabilizzazione del suolo insieme alla mancata regimentazione delle acque di superficie è la principale responsabile del dissesto idrogeologico, vedi contenzioso Raspa. Il progetto di ristrutturazione del lungomare di Soverato prevede ampie superfici di suolo consumato, mi chiedo quali misure compensative sono state prese per rigenerare altri suoli consumati? Tutto ciò riguarda il lungomare ma in generale tutte le aree verdi che sono state trasformate in dehors per bar e pizzerie, impermeabilizzandole.
Gli interventi di difesa degli abitati con pennelli o altro sono un modo di spostare il problema e non di affrontarlo.
Chiedo all’Amministrazione di ringraziare quanti la criticano indicando la strada delle procedure corrette e di agire alzando lo sguardo a tutto l’orizzonte che ci circonda.
A mio modesto avviso, il rilancio turistico di Soverato può avvenire solo sulla qualità ambientale del territorio di Soverato. Soverato ha un parco marino che ospita la colonia più numerosa del Mediterraneo di Cavallucci Marini. Soverato se vuole tornare ad essere la “Perla dello Jonio” deve iniziare un percorso di qualità ambientale per avere le cinque vele di Legambiente, altri comuni a noi vicini come Roccella le hanno ottenute anche Soverato può farcela.

Soverato 05/07/2016
Aldo Perrotta –  Presidente Circolo Legambiente Catanzaro Soverato


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