Tentata estorsione, scarcerato Francesco Procopio


ll Tribunale di Catanzaro, in accoglimento dell’istanza presentata dal difensore di fiducia, l’avvocato Maria Tassone, ha scarcerato Procopio Francesco raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere lo scorso 14 ottobre.

Francesco Procopio, figlio di Fiorito classe ’53 e cognato di Michele Lentini, classe ’71, entrambi in atto detenuti, considerati gli esponenti dell’omonima cosca “Procopio-Lentini-Tripodi” con influenza nei comuni a sud di Soverato, era stato arrestato insieme a Teodoro Notaro perché ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di tentata estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa nei confronti del titolare di un’impresa edile del soveratese impegnato nella realizzazione di lavori privati ed appalti pubblici. Il provvedimento cautelare in questione era stato emesso dopo una serie di attività investigative sollecitate dal Procuratore capo Nicola Gratteri e dalla richiesta avanzata dal Procuratore aggiunto Vincenzo Luberto e dal Sostituto procuratore Vincenzo Capomolla a seguito delle indagini condotte dalla squadra mobile di Catanzaro afferenti a una serie di atti di danneggiamento e intimidazioni, verificatesi nell’ultimo anno, nei confronti di imprese impegnate in lavori di costruzione edile nel comprensorio dei comuni del basso versante ionico di questa provincia.

La difesa del Procopio, rappresentata dall’avvocato Tassone, ha introdotto elementi di novità che hanno portato alla decisione del Tribunale di Catanzaro di revocare la misura cautelare in carcere ed applicare gli arresti domiciliari.
Il Tribunale di Catanzaro aveva disposto la concessione degli arresti domiciliari, con l’ausilio del c.d. “braccialetto elettronico”, già dal giorno 7 dello scorso mese di agosto. E, tuttavia, si è dovuto attendere fino ad ora per l’indisponibilità del dispositivo di controllo elettronico.
L’udienza di discussione del processo si terrà giorno 21 settembre davanti il Gip di Catanzaro Dottoressa Maiore


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