Tre giorni e tre feste


Per i capricci del calendario, la seconda domenica di agosto è 13, e si è celebrata “alta” la Madonna a mare a Soverato. Chi volesse conoscere la storia e lo svolgimento di questa festa, legga Santa Maria di Soverato. La storia e le cronache della Festa della Madonna a mare, di Ulderico Nisticò e Tonino Fiorita, Davoli Marina, 2002. Troppi scricchiolii si avvertono, e sarebbe bene ci si fermasse a ragionare sull’avvenire della nostra celebrazione mariana estiva.

Segue subito il 15 agosto, una festa dai molti aspetti.
La istituì, si vuole, Ottaviano, come riposo dopo le fatiche della mietitura, con il nome di “Feriae Augusti”; la Chiesa ne fece la ricorrenza dell’Assunzione di Maria SS. in cielo. Il dogma è stato proclamato solo di recente, nel 1950; ma era antichissima la fede che la Madonna sia stata resa esente dalla morte, e si sia addormentata (koimesis, dormitio), per salire con il corpo in Paradiso. Quasi tutte le cattedrali della Calabria erano intitolate all’Assunta.
La scena è molto rappresentata nell’arte figurativa, e segue canoni diciamo così filmici, su più piani a salire: Maria dormiente, e, in attesa di Lei, gli Apostoli, gli Angeli, Gesù, il Padre.

Di particolare e curioso interesse è l’Assunzione della Cattolica di Stilo, un affresco murale con i canoni classici: ma la Madonna è palesemente una nobildonna angioina, dai capelli color biondo molto chiaro, e sul mantello i gigli gialli della Casa regnante di Francia (lis). Sarà stata la committente? Siamo tra il 1266 e il 1442, politicamente parlando? Originale è che, sotto l’Assunzione, ci sia la Natività, con l’asinello del Presepe: quasi un’evidenza che la Madonna è Theotokos, Madre di Dio.
Le donne del popolo veneravano l’Assunta con la “fadda da Madonna”, un lungo nastro di cotone o lino, su cui s’intrecciava un nodo al giorno, recitando un’Ave; infine, il giorno della festa, 365 Ave in chiesa.

Era usanza, forse memoria dei tempi di Augusto, scendere tutti assieme dai colli in marina; e festeggiare una bella scampagnata collettiva: si mangiavano i galletti allevati apposta, e detti in dialetto “gustàrici”. A S. Andrea ci si reca nella chiesetta dagli affreschi bizantini, e si recita l’Officium. I più coraggiosi facevano il bagno; ma a Siderno si avvertiva che uno sarebbe morto in mare!
La festa dell’antico imperatore fu rinverdita dal fascismo, che organizzava le gite al mare, e riprese il nome di Ferragosto. Alle gite di partito si aggiunsero quelle familiari.
È il cuore dell’estate, ma i vecchi borbottavano “Agustu e Rigustu, capu d’imbernu”. Dal punto di vista meteorologico, staremo a vedere. Per ora, buona Assunta e buon Ferragosto.

Ulderico Nisticò


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