Uccisero l’ex amante della madre, una condanna a 30 anni


Il gup di Vibo Valentia Lorenzo Barracco, ha condannato, al termine del processo con rito abbreviato, Alfonsino Ciancio, 28 anni, di Acquaro, a 30 anni di reclusione per l’omicidio dell’organista Giuseppe Damiano Cricrì, avvenuto nell’ottobre del 2013 e commesso in concorso con la madre e l’amante di quest’ultima ed aggravato dalla premeditazione. Il gup, che ha accolto le richieste del pm Benedetta Callea e della parte civile rappresentata dall’avvocato Giovanni Vecchio.

I difensori, Rosario Lopreiato e Bruno Ganino, avevano chiesto l’assoluzione. Il giudice ha anche accolto l’aggravamento del reato contestato a Ciancio che inizialmente era distruzione di cadavere. L’organista 48enne di Melicuccà di Dinami fu ucciso per la sua decisione di troncare la relazione iniziata alcuni mesi prima con Liberata Gallace, madre di Ciancio e imputata, insieme all’amante Fiore d’Elia, nel processo con rito ordinario che si sta celebrando davanti la Corte d’Assise di Catanzaro.

L’uomo fu attirato in una trappola nelle campagne di Gerocarne, ucciso con un corpo contundente ed il cadavere bruciato nella sua auto dopo essere stato spostato nei boschi di Acquaro.


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