Ultime da Locri


squadra-calcio-femminile-locriAlla fine, ci sono dei giudici a Berlino, disse l’antico contadino prussiano in lite con il suo barone! Anche a Locri ci sono dei giudici, i quali fanno i giudici, e perciò non partono dalle conclusioni come i predicatori e le predicatrici teatrali, ma dall’inizio, dalle indagini. Perciò vogliono sapere, per esempio:
1. Chi è che avrebbe interesse a minacciare Armeni e la sua, l’ex sua squadra: cui prodest, è la prima domanda;
2. Cosa è effettivamente successo: bigliettini, gomma dichiarata tagliata e poi solo sgonfiata…
3. Come mai l’Armeni non ha esibito le carte a quanti avevano mostrato un qualche interesse per l’acquisto della squadra;
4. Che mondo corre dalle parte dei bilanci della squadra;
5. Varie ed eventuali… e perciò giù con le indagini.
Intanto tutta Italia sa che una squadra di calcio a cinque è stata minacciata dalla ndrangheta. Non solo, ma su un quotidiano della diffusione di Repubblica si è lanciato subito il giornalista di turno, una specie di Chaouqui, a vomitare sulla Calabria e sulla misoginia… La mafia non vuole che le donne giochino a calcio!
A Locri, dove nei tempi che furono dilagava il matriarcato, e la poetessa Nosside lodava la prosperosa e diciamo così vivace Poliarchide! Quant’è brutta la mancanza di cultura classica, o redazione di Repubblica!
A Siderno, dove la buonanima di mia mamma giocava a calcio vero, a undici, nella Casa del fascio…
Ma torniamo allo spubblicamento nazionale di Locri e della Calabria. Tutti in tutta Italia hanno letto e sentito che è stata la ndrangheta… Solo che in Calabria, dove la sappiamo lunga, non ci crede nessuno fin dal principio:
1. La ndrangheta, banda di delinquenti a livello mondiale, non si cura certo di una simpatica compagine di fanciulle;
2. Tanto meno per dispetto sgonfia gomme;
3. Varie ed eventuali. Dovete sapere che in Calabria vige l’omertà, però in compenso dilaga il pettegolezzo: che volete, il paese è piccolo, la gente mormora…
Ora, se dovesse niente niente andare avanti l’inchiesta, ricordiamoci che esiste l’art. 658 del Codice Penale (roba buona, il Codice Penale, roba del 1930!).
Ma non basta, c’è stato anche un gravissimo danno d’immagine a Locri e alla Calabria. Perciò, se niente niente… in tal caso, il Comune di Locri e la Regione Calabria si devono costituire parte civile.
Così vediamo se la si smette con l’antimafia di professione, o, peggio, con quella dei dilettanti e antimafia estemporanei.
Concluso raccontandovi un aneddoto passato in proverbio: “Manca na pecura. Cu sa mangiau?”; “U lupu”.
Per i lettori alloglotti, traduco: Il padrone conta le pecore, e scopre che gliene manca una. Domanda al pecoraio chi mai potrebbe averla mangiata; e quello, al fine di nascondere che è stato lui in persona, risponde che la colpa è del lupo.

Ulderico Nisticò


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