L’Arcomagno di S. Nicola Arcella ha ottenuto poco desiderata fama per una brutta iniziativa pubblicitaria di “perecottari” voluta da quella Regione e Giunta di Alto Profilo che rifiuta la cultura gratis e paga l’ignoranza. Più celebre ancora il poco gradevole esposto sedere del bagnante, che ha fatto rimpiangere l’Afrodite Callipigia.
Siccome a qualcuno, anche su queste colonne, è parso scarsamente patriottico criticare la Calabria, aggiungo una ciliegina sulla torta. Dovete infatti sapere che il sindaco di S. Nicola Arcella, una signora, ha dichiarato quanto qui segue:
- L’Arcomagno è pericolante, e non gliene impipa niente a nessuno che potrebbe crollare;
- Regione ed Enti vari sono stati avvertiti da molti anni;
- Servirebbero 350.000 euro, una cifra accessibile; ma, come sopra si accennava, nessuno se ne cura. Altro che pubblicità!
Ma qui viene il bello: l’accesso all’Arcomagno è vietato dal 2001. Nascono tali considerazioni:
- Gli autori sono entrati nonostante il divieto?
- O hanno chiesto e ottenuto un permesso speciale?
- I bagnanti semidesnudi erano abusivi? E non controlla nessuno?
- O la foto risale a prima del 2001, e pagati pubblicitari non si presero il disturbo di andare a S. Nicola? Hanno riciclato?
Visto che Oliverio ha annunziato una severissima inchiesta (e io aspetto, aspetto… ), tenga conto anche di queste riflessioni.
Ulderico Nisticò