Un bel primato calabrese: la disoccupazione


 Per disoccupazione, la Calabria vanta il primato non solo italiano ma europeo. In una qualsiasi altra terra del mondo, verrebbero erette barricate e si darebbe l’assalto al forni di manzoniana memoria; in Calabria, invece:

a) La classe politica di maggioranza “auspica un’inversione di tendenza” e dorme;

b) Quella di minoranza è collusa con la maggioranza, e dorme;

c) I sindacati, funzionano solo il I maggio, e dormono;

d) I giornalisti sono molto felici che Corbelli abbia presentato il progetto (carta straccia) del cimitero dei “migranti”, e per tutto il resto dormono;

e) La cosiddetta pubblica opinione, dorme;

f) I giovani hanno pronti la valigia di pelle e il biglietto aereo per emigrare;

g) Moltissimi, però, campano con l’economia in nero.

 Certo, la politica ha colpe, anzi ignominia sia eterna a questi signori: A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G. Rhodio, D. Veraldi, G. Nisticò, B. Caligiuri, L. Meduri, G. Chiaravalloti, A. Loiero, G. Scopelliti e Stasi, e Oliverio in veste di assessore; e, dal 2014, di Oliverio in veste di presidente e della sua inutilissima Giunta di Alto Profilo. Non nomino nemmeno i deputati e i senatori, il cui unico impegno fu ed è di ritirare lo stipendio.

 Io mi chiedo come sia possibile che, di fronte a un simile sfacelo, non si levi una sillaba da parte di chi dovrebbe essere classe dirigente morale e culturale: università, gerarchie ecclesiastiche, scrittori, pensatori…

 Ragazzi, mica posso fare solo e tutto io, in Calabria!

 Io vi sottopongo queste riflessioni:

1. L’agricoltura è in abbandono, con poche eccezioni. Altrove, in terre molto più ricche e più serie, si sta tornando alla terra: ovviamente con i metodi produttivi e commerciali del 2017, non con la mia zappettino da ginnastica al sole.

2. L’allevamento bovino e ovino è stato scientemente distrutto dalle direttive europee volte a favorire gli Stati renani. Bisogna pretendere una diversa politica dei governi italiani.

3. Le industrie di Vibo e Crotone sono un ricordo sfumato.

4. Il turismo è un breve caos agostarico, senza alcun respiro nazionale e internazionale. Sono del tutto ignote le forme di turismo che non siano sciacquarsi a mare! Se dico turismo culturale, lo scemo del villaggio ride. E la linea e lo stile del turismo calabrese li determinano gli avventurieri e i pirati abusivi: vedi appartamenti di Soverato. Serve una turismo professionale.

5. Il pubblico impiego, la cui diffusione ha corrotto le anime e l’economia, è sempre più marginale.

6. Sparito è l’assistenzialismo, e ciò non per miglioramento morale ma perché sono finiti i soldi.

7. Le infrastrutture essenziali, con la sola eccezione della discutibilissima autostrada, sono le stesse del periodo borbonico, postunitario e fascista. Vedi Trasversale delle Serre e la 106. Anzi, la ferrovia ionica è in stato cachettico. Urge intervenire.

 Ecco, questi sono i problemi, e vi ho anche indicato delle soluzioni. Indicato, a chi? Ai politicanti? Agli operatori economici? Come abbaiare alla Luna!

Ulderico Nisticò


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