“Universo Minori” e l’Istituto Comprensivo “Catanzaro EST” hanno organizzato un convegno sull’inquinamento ambientale


“Salvaguardia del patrimonio ambientale “, “Rivalutazione del patrimonio storico-culturale ed antropico”,
“Azione di contrasto alle ecomafie ” hanno rappresentato correlate tematiche sulle quali si è svolto l’incontro collegiale a carattere formativo promosso dall’Istituto Comprensivo “Catanzaro EST” presieduto dalla dottoressa Flora Alba Mottola in collaborazione con l’Associazione “Universo Minori” e la sua presidente dottoressa Rita Tulelli. L’incontro ha avuto luogo presso la sala Concerti del Comune di Catanzaro, ove, in un’ottica di analisi storica si sono discussi i temi del convegno.

Dopo i saluti dell’Assessore all’Ambiente Comune di Catanzaro dottor Domenico Cavallaro e del dottor Walter Campagna esponente dell’U.G.L. Calabria, la dottoressa Tulelli ha portato i saluti del Procuratore Aggiunto di Cosenza dottoressa Marisa Manzini in quanto impossibilitata a presenziare al simposio e nel suo intervento ha sottolineato la sensibilità del tema per la vita stessa delle comunità e la pericolosità dei fenomeni delinquenziali ad esso correlati. Relativamente all’inquinamento ambientale ha sottolineato quanto siano preminenti gli interventi di bonifica destinate a zone ad alto rischio; con la consapevolezza che realizzare provvedimenti atti alla difesa del territorio garantisce conseguenti possibilità di sviluppo e dell’occupazione nel medesimo. La necessità, dunque di interventi e figure tecnico-professionali capaci di garantire la salubrità sistematica dell’ambiente ma anche di confronti operativi con le agenzie preposte alla salvaguardia del territorio.

In una dimensione sinergica di informative “Emergenza rifiuti”, “Settore edilizia”, “Settore opere d’arte” sono state affrontate le tematiche introdotte dal Presidente Comitato Tecnico Scientifico Legambiente ingegnere Aldo Perrotta il quale ha evinto le problematiche del territorio in relazione alla raccolta differenziata, che a tutt’oggi pur avendo preso rotta si trova in collisione con un sistema di smaltimento di rifiuti illegali.

Il rischio di discariche ubicate in luoghi non idonei dal punto di vista geofisico e paesaggistico rappresenta la prova di un esplicito conflitto fra la coscienza umana e civile e l’incoscienza di giochi di potere e di facile guadagno. L’erosione costiera derivante da costruzione selvaggia, incurante dei canoni idrogeologici è la diretta conseguenza della cattiva utenza umana che ha trasformato la bellezza e la salubrità di acque sorgive, di fiumi e foci, di interi tratti di mare in discariche mobili e fluttuanti. E se a tutto questo corrisponde un sistema di depurazione malfunzionante o comunque non sufficiente allora non bisogna meravigliarsi di aggettivazioni infelici del nostro mare. Sporco, inquinato.

Sulle esaustive espressività del Perrotta il giudice del Tribunale di Cosenza dottor Giuseppe Greco ha dato ampio spazio alle norme giuridiche che disciplinano la materia, previste dal codice penale. Pur se l’attenzione dei giuristi è orientata a severe pene, ciò non ha dissuaso dai reati ambientali l’uomo, che artefice incosciente, ha rigettato il suo territorio in una realtà drammatica in cui la vivibilità umana si fragilizza . Ci si ritrova dunque nella necessità di comprendere come una “Ecologia ambientale” sia lo specchio di una “Ecologia umana” in una complicità di ecosistemi naturali ed umani che deve esistere, per l’esistenza della vita”. Non taciuto il riferimento a Papa Francesco “Coltivare e custodire recuperando la cultura della vergogna” ritornando, con ogni sforzo, alla costruzione di modelli positivi e virtuosi che dal relazionale individuale, si espandano all’ecologico sociale.

Una “Ecologia sociale”, come esprime l’avvocatessa Maria Claudia Conidi, non può prescindere dagli errori devastanti di un passato e quelli latenti di un presente che minacciano il futuro immediato. Sono chiare a tutti le deturpazioni dei fondali del nostro bellissimo mare, da troppo tempo, invaso brutalmente da incontrastati scarichi dei sistemi industriali che agiscono con soluzioni infelici di smaltimento, sostenuti da ecomafie come fonte di facile, immediato ed ingente guadagno, a discapito di una morte preannunciata del paesaggio, di patologie ad ampia verificabilità demografica e dell’offuscamento economico del settore turistico. Gli interventi in tale prospettiva, ribadisce l’avvocatessa Conidi non sono affatto semplici; non solo per l’ingente impiego di mezzi e misure ma in quanto spesso il “recupero” delle scorie rappresenta un altissimo tasso di pericolosità in funzione di veleni che, rimossi potrebbero provocare danni maggiori di quanto già non ne costituiscano sopiti infondo al mare. L’auspicio è dunque che non subiscano evoluzioni peggiori. Ultimo a relazionare lo scrittore Domenico Vetrò che nella denuncia sociale di un dissesto provocato dall’uomo ribadisce con semplici parole che l’eredità lasciata alle generazioni future non coincide con nessun altro bene prezioso che non sia l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e gli spazi della nostra libertà.

Sulla scia di quanto si è discusso la dottoressa Flora Alba Mottola ringraziando i relatori e i docenti ribadisce quanto l’ambito educativo e scolastico possa plasmare modelli di cittadinanza, partecipazione civile e consapevolezza culturale.
La necessità dunque di correlare i fondamenti delle discipline alle evoluzioni sociali, per creare nelle nuove generazioni, che saranno le nuove immediate utenze, la capacità di rispondere alle richieste emergenti di una salubrità morale, intellettuale e fisica. Perché questo avvenga realmente alla scuola si richiede una costante apertura al dialogo transdisciplinare e all’interazione con individualità tecnico-professionali di alto profilo ed alto attivismo sociale. Solo attraverso una scuola operante, aperta al dibattito, si potranno comprendere e affrontare fenomeni così complessi come la salvaguardia del patrimonio geofisico, storico, culturale ed antropico che sono anelli di una stessa catena. Verso questa catena la scuola si proietta come “Motore di ricerca didattica” in un rapporto di cooperazione con le altre agenzie territoriali pubbliche e private.

A convegno ultimato vengono aperte al corpo docente dall’avvocatessa Claudia Conidi e dalla presidente Rita Tulelli le splendide sale presso il suggestivo e storico “Palazzo Grimaldi-Conidi”, i cui ambienti permeati di storia e cultura, di arte e classicità rappresentano la testimonianza di una Catanzaro raffinata, fiorente e ricercata. Le stanze, gli arredi, e l’atmosfera creano le icone di un glorioso passato vissuto per secoli dalla nostra città, e forse indegnamente dimenticato, che viene amabilmente e sapientemente richiamato ai presenti dal professore e storico Ulderico Nisticò.


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