4 novembre, i Caduti


 Secondo gli umori e le ideologie, il 4 novembre, non più festivo, è la commemorazione della Vittoria del 1918, o delle Forze Armate… io preferisco dei Caduti, e qui li ricordo, i Caduti di tutte le guerre dell’Italia unita:

  • 1866, Terza guerra d’indipendenza contro l’Austria;
  • anni 1890, guerre coloniali in Africa Orientale;
  • 1900, spedizione internazionale in Cina, con acquisto di Tien Tsin;
  • 1911-2, Guerra italo-turca, conquista della Libia e occupazione di Rodi;
  • 1915-8, Prima guerra mondiale;
  • 1922-30, effettiva sottomissione della Libia;
  • 1935-6, Conquista dell’Etiopia;
  • 1936-9, Guerra civile spagnola;
  • 1940-5, Seconda guerra mondiale in Francia, Libia ed Egitto, Grecia, Balcani, Russia, Malta, Egeo, Mediterraneo, Atlantico, Italia…
  • dal 1982, partecipazione attiva a spedizioni internazionali in Libano, Somalia, Iraq, Timor, Afghanistan e molti altri luoghi.

 Ricordo tutti gli Italiani che, obbedendo alla Patria, e comunque amandola, hanno combattuto e sono morti con le armi in mano. A loro dedico questo ultimo messaggio di nostri carristi ad Alamein, vero poema epico dell’età contemporanea: “Carri nemici fatta irruzione; con ciò, Ariete accerchiata; carri Ariete combattono”.

 Assieme a loro commemoro anche le nostre truppe libiche, eritree, somale, abissine, albanesi.

 Ricordo anche quelli che, dal 1943 al ‘455, seguendo i contrastanti ideali, si batterono sui due fronti della guerra civile; e le forze di polizia che in ogni tempo hanno esposto e perso la vita contro il crimine. A tutti, onore, e, secondo l’antico uso militare, il grido di PRESENTE.

 Lascio ad altra occasione di giudicare, con criteri storiografici, ogni singola guerra, e la sua opportunità e conduzione.

Ulderico Nisticò, artigliere emerito