Vado a Briatico per “Lettere di sangue”, e faccio un bel giro da Lamezia, per un totale di 99 km e ritorno; invece di metà se ci fosse la strada. Di questi tempi, sarebbe stato un bel risparmio…
Ecco come ragiona il calabrese medio, abituato fin dal latte materno a MIO e IO, e a qualche interesse personale, o, al contrario, al timore di qualche personale danno. E a cui, detto in generale, poco e nulla importa dell’interesse comunitario: solo IO e MIO.
Tutti quelli che eccepiscono, e dunque (dice spiritosamente Roberto Galati) sono No-trasv, tutti, proprio tutti hanno, uno per uno, la loro piccola e piccolissima parte di ragione. Tutti hanno torto marcio nel senso dell’idea del territorio, che invece della strada avrebbe la massima utilità.
La Valle dell’Ancinale è stata, nel passato, un’area di modesta prosperità economica. Le sue risorse erano: il bosco, con legname e castagne; l’allevamento degli ovini e bovini, con un ricco indotto; la coltivazione di cereali, mais, ortaggi; l’antichissimo artigianato: ferro, legno, tessili, seta…; i traffici marittimi e ferroviari con centro a Soverato. Si aggiunsero servizi di scuole, sanità, giustizia, pubblica amministrazione…
Di tutto questo, e quant’altro, rimane poco e niente; e, la cosa più grave, non rimangono giovani. Soverato, stando alle statistiche, scende a 8700 anime; ma in questa cifra sono compresi quelli che risiedono ma di fatto non abitano, almeno per metà o due terzi dell’anno. E che vi devo dire dei paesi interni? Fatevi un giro…
La sola attività che potrebbe invertire il declino sarebbe il turismo, se però turismo fosse, e non flusso del sabato notte, e, al massimo, tre settimane agostariche.
Turismo è un’attività molto più complessa della fugace balneazione. Ma se ci fermiamo, ora, a questa, nemmeno il mare è solo quello dei Vitelloni anni 1950: c‘è un turismo di famiglia, che potrebbe mirare proprio ai borghi per la tranquillità. I borghi, evidentemente conosciuti anche agli abitanti, sono ricchissimi di un patrimonio edilizio antico e in ottime condizioni, che avrebbe solo bisogno di ammodernamento: ed ecco una famiglia abitare a Cardinale, e in dieci minuti raggiungere la spiaggia, se ci fosse la strada.
Turismo culturale? Vi bastano la Certosa, o il Gagini? O il turismo detto esperienziale, con l’immersione nella vita tradizionale dei borghi?
Turismo religioso? Andate a vedere cosa fanno altrove.
A questo serve la Trasversale, non a portarmi a Briatico mezzora prima o dopo. Anzi, a titolo personale, vi comunico che mi piacciono le strade complicate. La strada serve a portare facilmente una comitiva da Serra a Soverato, o da Soverato a Serra, con facili soste; serve a sistemare ospiti a Chiaravalle e in tanti altri luoghi con edifici disponibili; serve a creare indotto, quindi lavoro.
Qualsiasi strada apporta benefici economici e sociali 50 km a destra e 50 km a sinistra, e molto prima che se ne accorgano gli abitanti dei 100 km. E parlo di economia reale, cioè produzione e vendita e trasporti in entrata e in uscita.
Chi non vuole la Trasversale, ora rifletta a che cosa dice no. E non se ne venga nessuno a piangere che la vuole, però con i fiocchetti e i biribimboli vari. Mai come in questo caso vale il detto che L’OTTIMO È NEMICO DEL BENE. Se poi si mettono in mezzo i politicanti…
A proposito: vi devo ricordare anche l’estrema pericolosità dell’attuale tratto Turriti – Russomanno, che è nello stesso tempo un viottolo interno di Laganosa e la statale 182. Ma voi, illustri No-trasv, in quale Valle dell’Ancinale vivete? Forse in una immaginaria.
Ulderico Nisticò