A Petrizzi a luglio il premio “Pace in Terra”


Da anni l’Accademia dei Bronzi ci ha abituati ai grandi eventi, e diciamo “grandi” perché ormai le sue iniziative letterarie coinvolgono migliaia di autori di tutta Europa. Insomma, l’Accademia dei Bronzi, ideata e diretta da Vincenzo Ursini, nell’ambito della poesia e dell’arte più in generale, è garanzia di serietà e qualità. Tutto ciò, senza alcun contributo da parte delle pubbliche amministrazioni. “Siamo – commenta Ursini – l’unica associazione catanzarese che non ha mai chiesto alcun finanziamento. Questo, dimostra che quando si opera con serietà e professionalità, gli aiuti possono arrivare anche dai privati.”

Ora, per festeggiare il 25° Giubileo della Storia della Chiesa, il sodalizio culturale catanzarese, ha portato a termine, unitamente al centro culturale “La Ritornanza” di Petrizzi, il premio “Pace in Terra” che si concluderà nel mese di luglio, proprio nel piccolo borgo collinare della provincia di Catanzaro.
“Ciò che serve oggi per una vera pace, – ha dichiarato il presidente Ursini – è tornare a curare e nutrire le virtù del cuore, riassaporare la bellezza della natura e ricercare nella profondità dell’animo umano quei grandi doni emozionali di cui l’uomo è portatore capace, unitamente alla speranza che si possa ricostruire il rapporto fecondo tra Pace, Fede e fratellanza per ritrovare il senso della vita.”

Al fine di documentare il grande successo ottenuto anche con questa iniziativa, per la quale all’Accademia dei Bronzi sono arrivate ben 1.071 opere da tutte le regioni italiane ma anche da alcune nazioni europee, il presidente Ursini ha pubblicato in questi giorni l’antologia poetica “Pace in Terra”, di 350 pagine, inserita nella collana “Voci Poetiche del XXI secolo” e realizzata con una selezione di 320 poesie, con commenti a cura di Francesca Misasi e Alessandro Randone, rispettivamente presidente e componente della giuria del premio.

Ma quel che più conta è che la pubblicazione, dal titolo “Pace in Terra”, che prende spunto dall’Enciclica “Pacem in Terris” dell’11 aprile 1963 di Papa Giovanni XXIII, sarà inviata gratuitamente a 50 biblioteche pubbliche nazionali. “È un libro di poesie, – spiega Ursini – quasi interamente dedicate a questo tema, con la speranza che il vento della pace torni a soffiare sul mondo”.

«I poeti inclusi in questo volume, amabili cantori del nostro tempo, – scrive nell’introduzione Francesca Misasi – si misurano e si relazionano con la loro finitezza umana, con i loro dilemmi personali e con la realtà che li circonda. Mettono a nudo il loro pensiero, il loro universo emozionale abitando, con stile compiuto ed elegante, tutte le pagine del libro.»

«Da sottolineare, con malcelata soddisfazione, – prosegue Misasi – che i nostri autori hanno dimostrato di godere di un pensiero libero, critico ed indipendente e sono poeti che appartengono ad ogni estrazione sociale: professori universitari, medici, docenti, giornalisti, avvocati, registi, attrici, sacerdoti, atleti, psicologi, appartenenti alle Forze dell’ordine e comuni cittadini amanti della poesia che hanno vinto prestigiosi premi e attestazioni di merito.»

Sono poesie sulla guerra, che pesano come macigni nella disperata ricerca di piccoli granelli di coscienza da scuotere! Accanto all’atrocità della guerra, il forte richiamo alla pace, una pace giusta e duratura, capace di compassione ed ispirata a una giustizia vera, quella in cui l’uomo arrivi a riconoscere, oltre ai propri diritti, anche i doveri verso gli altri.

Non poteva e non mancano il fascino e il potente richiamo dell’amore. L’amore delle riflessioni profonde e complesse, quello capace di non sfiorire nel tempo e in cui l’amato si tinge di infinito. Spazio fecondo anche alle liriche sull’amore filiale che slaccia, dal flusso della memoria, momenti di profonda tenerezza.

«Sono versi – prosegue Misasi – in cui la parola diventa crogiolo di forte emozione quando lo sguardo si posa su oggetti, fatti e ricordi che portano ad apprezzare, con struggente malinconia, quegli oggetti, quei gesti e quei luoghi che non erano stati considerati abbastanza e che ora mancano terribilmente. Poesie, come strumento di formazione e trasformazione dell’identità collettiva, un piccolo ma consistente “bene culturale” che mette in relazione passato e presente in un processo di crescita umana allontanando, anche se per poco, la nube oscura di un presente arrogante e violento.» “Pace in Terra” è un volume anche di protesta contro i mali del mondo ma anche di grande speranza. Sono liriche che rivelano la profondità d’animo, lo stile e la competenza dei tanti bravi poeti selezionati.

“La poesia – si chiede Ursini – può davvero cambiare la realtà che ci circonda? Forse no, ma può senz’altro aiutare a capire, attraverso riflessioni ed argomentazioni etiche profonde, il dramma di una realtà angosciante che sta sconvolgendo il mondo procurando lutti e inutili sofferenze a milioni di nostri fratelli.”