Nella sala consiliare “Bruno Manti” di Soverato si terrà venerdì 29 marzo alle ore 18,00 la presentazione del libro “Il Caso Aversa tra rivelazioni e misteri” del giornalista e scrittore, Antonio Cannone. L’iniziativa rientra nel programma “Incontri culturali del venerdì”, organizzati dalla “Libera Università popolare della Terza età e del tempo libero-Magno Aurelio Cassiodoro”. A dialogare con l’autore sarà la professoressa Maria Palazzo. Il saggio di Cannone, finalista – tra altri riconoscimenti – al Premio Piersanti Mattarella affronta uno dei fatti di cronaca più tragici accaduti in Calabria. Quello del duplice omicidio del sovraintendente di Polizia, Salvatore Aversa e della moglie, Lucia Precenzano avvenuto a Lamezia il 4 gennaio del 1992 e ripercorre la vicenda giudiziaria a partire dalle dichiarazioni dei due pentiti della Sacra corona unita, Chirico e Speciale che si auto-accusarono del delitto.
Il libro, edito da Falco Editore gode della preziosa e competente prefazione dello storico Enzo Ciconte, profondo conoscitore del fenomeno mafioso e dei puntuali e competenti contributi del noto penalista, Armando Veneto e del giornalista, Gianfranco Manfredi. L’omicidio dei coniugi Aversa sconvolse la comunità lametina e calabrese perché mai la criminalità organizzata aveva osato tanto. Un crimine che apre la tragica stagione delle stragi di mafia, da Capaci a via D’Amelio.
Nel libro, oltre alle confessioni dei due pentiti pugliesi, sono raccolte anche le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia lametini che spiegano altri risvolti della storia e tanti particolari inediti. Una vicenda segnata dalle prime affermazioni della testimone, Rosetta Cerminara che indicò in due persone, poi innocenti, gli autori del duplice delitto. Per questo fu condannata per calunnia ma, ancora oggi, vive sotto scorta e protetta dalla Stato. Un paradosso che si tinge sempre più di giallo a distanza di tanto tempo. Nel saggio si cerca di comprendere come mai ciò accadde e soprattutto si cerca di dare una lettura sul perché le indagini non furono condotte in maniera chiara ma frettolosamente per dare all’opinione pubblica un colpevole.
Il libro inquadra il duplice omicidio anche in un contesto politico alquanto difficile e palesa le responsabilità “morali” della classe politica dell’epoca. Il fatto criminale avvenne poco dopo il primo scioglimento del Consiglio comunale di Lamezia per infiltrazioni mafiose e proprio Aversa contribuì con le sue indagini a determinare la scelta dell’allora ministro dell’Interno, Enzo Scotti.