Al Circolo culturale dibattito sul tema della donna, in compagnia della scrittrice Antonietta Vincenzo


IMG_4414In vista della giornata sulla violenza femminile, che ricorre il 25 novembre, si è tenuto presso il Circolo di Riunione di Lamezia Terme un interessante dibattito sul tema della donna. Ospite della serata la scrittrice soveratese Antonietta Vincenzo, autrice di “Felicita”, romanzo che ha riscosso grande consenso di pubblico e di critica.

Il Circolo, presieduto dal professor Felice Iannazzo, è ospitato presso l’ aristocratico palazzo D’ Ippolito, sorto nel 1876 come Circolo dei nobili e diventato poi suggestiva location per iniziative culturali e ricreative.

Alla presenza di un vivace pubblico di intellettuali, hanno conversato con l’ autrice la professoressa Costanzo Falvo D’ Urso,  vicepresidente del Circolo, e il critico asquale Allegro.

L’ ultima fatica letteraria  di Antonietta Vincenzo ha offerto lo spunto per riflettere sulla condizione femminile nel corso della storia. In particolare nei secoli passati, quando la donna viveva in uno stato di inferiorità  e di sottomissione. Felicita- come ha affermato la giornalista Maria Scaramuzzino- è l’ emblema di una realtà che, in passato, ha contraddistinto per lungo tempo l’ essere donna”.

IMG_4419Protagonista del libro è Felicita, moglie remissiva e madre amorevole. Nella società  patriarcale e maschilista, quale è quella del Sud del promo Novecento, germogliano i primi semi del femminismo. Felicita, la protagonista, si muove in un ambiente fortemente maschilista, prevaricatore e spesso anche violento, subendone le conseguenze. Tuttavia questa eroina d’ altri tempi, pur ancorata per educazione ricevuta ai pregiudizi dell’ epoca, ai suoi pudori e alle sue fragilità, acquista, dopo un percorso esistenziale difficile e doloroso, la consapevolezza della propria dignità di donna e si ribella a quel sistema di società.

Dal rapporto uomo-donna al tema del tradimento, dal desiderio di riscatto sociale alla ricerca della felicità, alla Grande Guerra. Molti sono stati gli spunti di discussione offerti dalla lettura di alcuni brani di Felicita.

Costanza Falvo D’ Urso si è soffermata sulla capacità dell’ autrice di coinvolgere il lettore, trasmettendo intense emozioni. In particolare, ha espresso apprezzamento per l’ imprevedibilità di alcuni risvolti del racconto. Altri interventi hanno messo in risalto l’ originalità di alcuni giochi letterari, come l’ ambiguità tra Felicita e felicità (con l’ accento) e l’ ossimoro rappresentato dal nome di Immacolata, appassionata amante di Gabriele. Pasquale Allegro ha posto l’ accento sullo stile di scrittura di Antonietta Vincenzo, delicato e vigoroso al tempo stesso, che sa descrivere “scenari di inaspettata meraviglia. In questo viaggio d’ inchiostro–ha detto Allegro- che esplora l’anima di una donna,  moglie, ma prima di tutto donna, accade la vita su diversi piani, tra stati d’animo reali e sogni sospirati, dove il desiderio e l’amore vivono con delicatezza il bisogno di un’esistenza appagante”.

Antonietta Vincenzo ha messo in risalto un aspetto della protagonista che simboleggia la determinazione della donna ad affermare il proprio ruolo da protagonista, nella famiglia e nella società. “Nel corso della narrazione – ha svelato l’ autrice– si assiste ad una lenta crescita personale di Felicità, la quale matura dolorosamente attraverso le esperienze drammatiche dei propri figli”. Fino al momento topico, quello del riscatto, in cui Felicita non accetta più il tradimento e, con una svolta del tutto imprevedibile, riconquista la stima di suo marito e la propria dignità di donna.


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