Al Complesso San Giovanni di Catanzaro alla scoperta del barocco insieme ai giovani migranti


Venerdì 27 dicembre si inaugura il progetto “Un luogo comune. Il museo sfata il mito” tra arte barocca e dialogo interculturale

Che cos’è un museo se non un luogo di partecipazione e condivisione? Una grande piazza di incontro e di scambio di saperi ed esperienze multiculturali, oltre che uno spazio preposto alle attività di studio, valorizzazione e conservazione del patrimonio culturale. Dalla collaborazione tra 4culture, e-bag e la cooperativa sociale Meet Project nasce a Catanzaro il progetto pilota “Un luogo comune. Il Museo sfata il mito”. Il primo appuntamento si terrà al Complesso monumentale San Giovanni venerdì 27 dicembre, alle ore 16.30, dove si svolgerà un itinerario di visita inedito, alla scoperta della mostra “Il trionfo delle meraviglie. Bernini e il barocco romano”, con i giovani migranti, ospiti dei centri di accoglienza regionali.

L’iniziativa è la prima nel suo genere in Calabria, tra le pochissime a livello nazionale, tenutesi a Firenze e Torino, ed internazionale come nel caso del Musée d’Orsay di Parigi. E’ il frutto di una sperimentazione tanto inedita quanto importante, poiché promuove, attraverso l’esperienza pratica, il dialogo interculturale, la partecipazione giovanile e l’applicazione dei nuovi modelli di cittadinanza attiva di italiani e stranieri.

A spiegarne i dettagli sono Simona Cristofano di 4culture, Andrea Perrotta di e-bag e Viviana Gentile di Meet Project: “Nei musei, attraverso le opere, si narrano molti miti – evidenziano – tuttavia il nostro intento è smentire quello che più ci lega ai giorni nostri, ovvero il mito che vede lo “straniero” dipinto con accezione negativa, non già come un valore aggiunto, una risorsa. Il complesso San Giovanni, punto di riferimento del panorama culturale in Calabria, si trasformerà in uno spazio aperto alla sperimentazione di un progetto dai notevoli risvolti sociali e culturali. Nell’epoca delle migrazioni, fare incontrare linguaggi, culture ed etnie diverse può rappresentare un valore aggiunto anche per i musei, un’opportunità di condivisione ed uno strumento per interpretare le dinamiche di una realtà in costante evoluzione”.