Al Nuovo Supercinema di Catanzaro giovedì 8 marzo doppio appuntamento con “Lamagara”


Lo spettacolo “Lamagara” in programma alle 20.30 di domani al Nuovo Supercinema è sold out. E’ per questo che il collettivo che anima il progetto Ztl, Zona Transitoriamente Libera, di cui la serata dell’8 marzo è il suo nuovo appuntamento, ha deciso di raddoppiare, programmando una seconda recita, alle ore 22.00. Non poteva essere altrimenti per la “prima” catanzarese dello spettacolo di Confine Incerto, dedicato alla straordinaria figura di Cecilia Faragò, l’ultima fattucchiera processata per stregoneria nel Regno di Napoli.

Nella giornata in cui si festeggia la donna, Ztl – progetto nato con l’obiettivo di riappropriazione delle “zone” urbane attraverso momenti di cultura, conoscenza e socializzazione – ha infatti deciso di concentrarsi su quelle figure femminili e rivoluzionarie che hanno lasciato il segno e continuano a farlo, proprio come la Faragò: si comincerà alle ore 18.30 con il dibattito “Dal ricatto al riscatto: storie di donne coraggiose” con Isolina Mantelli, presidente del Centro calabrese di solidarietà e Mondo Rosa, Gloria Pavia della Unione Donne in Italia, sezione Catanzaro, e la giornalista Rai Emanuela Gemelli, modera la giornalista Carmen Loiacono.

Seguirà Lamagara, monologo con protagonista Emanuela Bianchi, che ne ha scritto il testo insieme a Emilio Suraci, traendolo da “L’ultima fattucchiera” del compianto Mario Casaburi, edito da Rubbettino, spettacolo che si è aggiudicato anche il Premio della critica GaiaItalia.com al Roma Fringe Festival 2014. Nel doppio appuntamento, dunque, alle ore 20.30 e alle 22.00, con Emanuela Bianchi saremo catapultati nel 1769, quando la “magàra” Cecilia, originaria di Zagarise, è prima di tutto una donna che pensa, che guarda troppo avanti, che sospetta, che non crede a niente.

Lei è la strega a cui il mondo chiede di nascondere le sue ipocrisie, per poi lapidarla per le sue stesse colpe. Il suo profilo è tracciato attraverso il carteggio riportato da Casaburi dell’avvocato catanzarese Giuseppe Raffaelli che in quanto nominato dal re avvocato dei poveri, la difese dall’accusa di “fattucchieria”, peraltro costruita ad arte da due canonici, che crearono prove, indizi e testimonianze, opponendo vittoriosamente la ragione e il pragmatismo alla superstizione e al pregiudizio.


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