Il razzo cinese Long March B si è schiantato nell’Oceano Pacifico centromeridionale. Lo ha confermato il Comando Spaziale degli Stati Uniti (U.S. Space Command) su Twitter. L’impatto si sarebbe verificato esattamente poco dopo le 11:00 ora italiana di venerdì 4 novembre, ma ci sono ancora dubbi sull’orario esatto del rientro.
Secondo l’ultimo aggiornamento pubblicato dal Center for Orbital Reentry and Debris Studies (CORDS) di Aerospace Corporation il rientro del razzo era previsto per le 11:20 UTC (le 12:20 ora italiana), con un margine di errore di più o meno 3 ore. L’impatto, dunque, si sarebbe dovuto verificare entro e non oltre le 15:20. Il servizio di monitoraggio dell’Unione Europea “EU Space Surveillance and Tracking” prevedeva invece un rientro entro le 10:50 italiane con un margine di errore di più o meno 31 minuti, evidentemente confermato dal dato pubblicato dallo U.S. Space Command.
A causa della caduta incontrollata del razzo cinese – nello specifico del suo stadio centrale – il gestore del traffico aereo spagnolo Enaire aveva chiuso per precauzione diversi aeroporti. Tra gli scali coinvolti quello internazionale di Barcellona, l’aeroporto di Tarragona e quello di Ibiza, tutti molto frequentati. Alcuni voli hanno subito ritardi di oltre un’ora. Lo spazio aereo è stato chiuso per circa 40 minuti e in una fascia ampia un centinaio di chilometri a destra e a sinistra della traiettoria di volo stimata del razzo, che coinvolgeva larga parte del territorio spagnolo.
Fino ad alcune ore fa risultava nel “mirino” anche l’Italia meridionale, in particolar modo la Sicilia e la Calabria, oltre alla Sardegna. Fortunatamente i detriti del Long March 5B – nello specifico il suo stadio centrale – sono precipitati nell’Oceano Pacifico e non dovrebbero aver causato danni. Ci vorranno ancora diverse ore avere la conferma che tutto sia andato per il meglio e che i frammenti non abbiano coinvolto persone e cose.