Altalene separate a Soverato


Ho letto con vivo interesse l’articolo in merito ai bambini che, con il tacito e distratto permesso dei genitori, avrebbero usato l’altalena per disabili dando attuale riprova Delle nostre barbare origini.
All’interno del suddetto venivano duramente attaccati i genitori rei di non aver vietato ai loro figli, motivandolo riconosciuta la loro ingenua curiosità, l’utilizzo di una altalena per disabili all’interno di un parco giochi per tutti.
Forse però, proprio così facendo si sarebbe potuto accusarli di grave e inopportuna ingerenza verso l’ingenuità infantile che ogni bambino a diritto di vivere.
Vengo e mi spiego.

Un bambino non conosce sovrastrutture, sa riconoscere le differenze di “razza” ma non pone disuguaglianze, sa cosa è un uomo e una donna ma non conosce”maschilismo” e “femminismo”, ne gay o etero.
Guarda con attenta curiosità la disabilità,e se ne interessa spesso con domande inopportune solo a loro permesse,e questo stesso fa capire che non la ritengono condizione di inferiorità fisica verso cui mostrare empatia o solidarietà, ma solamente una diversità degna della loro attenzione.

Possiamo quindi affermare che siano proprio loro i più acerrimi promotori del termine “diversamente abili”?
Barbaro sarebbe colui che tentasse di insinuare nelle loro menti concerti e distinzioni che coincidono proprio con la fine dell’infanzia.
Mi preoccuperebbe di più un bambino che non volesse salire su quell’altalena!
O peggio ancora un genitore che facesse scendere.

Domenico Nisticò

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