I fatti. Per capitale della cultura 2027 erano in finale Alberobello, Aliano, Brindisi, Gallipoli, La Spezia, Pompei, Pordenone, Reggio Calabria, Sant’Andrea di Conza, Savona: come si vede, località di ogni parte d’Italia. Ha vinto Pordenone.
Qualche piagnucoloso calabro, nutrito a pinoaprilate, protesta che sia stato favorito il Nord; evidentemente ignorando che sono state capitali Matera e Procida, e lo è attualmente Agrigento, più a sud della quale c’è il Mare Mediterraneo.
Qualcun altro va a scovare di che partito sia il sindaco di Pordenone, ma è polemichetta da bar.
Qualcuno vanta le glorie di Reggio: e già, e io stesso ne ho scritto su una rivista reggina, in aggiunta libri e conferenze eccetera. Ma la gara non era a chi conta più poeti o più Musei… senza scordare che Pordenone ha dalla sua Aquileia e la Patria e i Longobardi… e se la gara fosse a chi ha più archeologia, Pompei batterebbe ogni anno tutti, tranne Atene e Roma.
Capitale della cultura non vuol dire che Ippolito Nievo è più bravo di Ibico o viceversa. La competizione è sui progetti culturali, e su come spendere il milione di euro in palio. E da quanto si dice…
…e si dice, perché i Reggini, come pensava Ferdinando II, sono “parlanti”… si dice che il progetto fosse deboluccio, e presentato male e a colpi di “poi vediamo”, e con poco e niente di tangibile. Cosa proponeva, Reggio? Quali erano i suoi programmi, in caso di successo? Cosa aveva concertato con il territorio della Città Metropolitana, dove ci sono bazzecole come Locri, Gerace, Stilo, Kaulonìa, Caulonia, Palmi, Bova… ? Ecco cos’era un progetto.
E, attenti qui, sono state rispettate, e alla lettera, le condizioni richieste dal bando; o qualche avvocato della domenica le ha allegramente interpretate?
Insomma, io ho molti dubbi. Saranno fondati? Se no, attendiamo chiare e inequivocabili smentite.
Attendiamo invano: tra una settimana, ed esaurite le ciacole in italiano e in dialetto, dell’insuccesso di Reggio non parlerà più nessuno.
E gli intellettuali calabresi lacrimosi segue cena? “A mejjiu parola è chirha chi non nescia”… se no, niente cena. L’assessore regionale alla Cultura? Fa arredamento come al solito dal 1970.
Ulderico Nisticò