Ancora sulla legittima difesa, e il Codice Rocco


Musica per le mie orecchie, quando il TG 3 di stamani 27 mi ha informato che il presidente Mattarella, dopo aver firmato (e l’ha firmata) la legge sulla legittima difesa, ha osservato che bisogna comunque rispettare il Codice Rocco. Buona idea, rispettare il Codice Rocco.

Per chi non avesse le idee chiare, il Codice Rocco è quello vergato dal giurista Alfredo Rocco… e che tutti i giuristi e avvocati posseggono in casa, e che quando Sergio Matterella era studente comprò, e trovò scritto che era, ed è, promulgato da Vittorio Emanuele III, re d’Italia, da Benito Mussolini, primo ministro, e dallo stesso Rocco, guardasigilli. La data è quella del 1930, ma il Codice è sempre lo stesso con qualche modifica. E se dal 1946 la democrazia non è stata in grado di promulgare un suo codice, è un evidente problema suo: del resto, i Rocco non si trovano sui rami degli alberi; o nascono o non nascono!

Sono dunque d’accordo con Mattarella, a proposito del Codice Rocco in genere; e anche sulla questione della legittima difesa. Io non credo affatto che i privati si debbano sostituire allo Stato; e non solo, ma sono certissimo che il comune buon borghese, italiano medio, non sarebbe affatto capace di usare un arma propria come pistola, e tanto meno impropria come un coltellaccio da cucina. Per entrambe le armi, le improprie più delle pistole, occorrono mente fredda e nervi saldi, e mano ferma; e la condizione di “grave turbamento” è esattamente il contrario. E chi spara sotto l’effetto del turbamento, colpisce tutti e tutto e magari non il criminale.
Ribadisco dunque che ha ragione Mattarella: evviva il Codice Rocco. Allora penserete che io sia contro la legge sulla difesa. E invece no, sono con questa legge: e qui seguitemi bene.

La legge oggi approvata, e firmata da Mattarella (Rocco a parte), risponde a un’esigenza sentita molto dall’opinione pubblica, dopo casi di rapina e violenza; e dopo l’assurda condanna di rapinati a risarcire il ladro in denaro! È successo davvero, non scherzo: capite, il derubato deve pagare il ladro!!!
Cosa pensa l’opinione pubblica, me incluso? Che lo Stato del 2019 non è in grado di difendere i cittadini, e i cittadini ritengono doversi difendere. E pensa che certa parte della Giustizia stia dalla parte dei ladri. E che chi va in galera ne esce troppo facilmente, eccetera.

Il Codice Rocco, così opportunamente richiamato da Mattarella, afferma sì che l’uso della forza è prerogativa esclusiva dello Stato, ma si riferisce all’organicismo, allo Stato del 1930, che, mentre pone nettissimi limiti alla facoltà dei cittadini di armarsi, assicura senza riserve la sicurezza; e si schiera senza esitare dalla parte dei cittadini contro il crimine. Nel 1930, in Italia e in ogni altro luogo del mondo, a nessuno sarebbe mai venuto a mente che un ladro potesse essere risarcito per incidente… sul lavoro! Oggi, nel 2019, fare il ladro diventa pericoloso.
Il Codice Rocco, assieme al Testo Unico di Pubblica Sicurezza, non comprendeva buonismi, perdonismi e insensate, tenute con gli spilli, spiegazioni sociologiche e politiche del furto; ma consentiva misure preventive nei confronti di individui potenzialmente pericolosi. Non sarebbe mai stato possibile che notori spacciatori di droga venissero lasciati liberi… in attesa di processi rinviati a babbo morto.

E vedrete che alcuni simpatici giudici faranno ostruzionismo, proprio giovandosi dei rilievi di Mattarella. E qualcuno attiverà la Corte Costituzionale, con i soliti esiti politicizzati. Ecco un bell’esempio di confusione giuridica del 2019, altro che 1930!

Conclusione, mi sta benissimo che il presidente pro tempore del 2019 invochi il Codice Rocco del 1930, ma bisogna inquadrarlo nell’idea di Stato in cui venne concepito. Se invece lo Stato non mi difende, allora io ho tutto il diritto di difendermi da solo. Vi assicuro che lo saprei fare senza il minimo turbamento, ma anche che non ho nessuna intenzione di andare a spasso armato o tenere in casa un armamentario. Voglio, Codice Rocco alla mano, passeggiare e dormire tranquillo mentre mi difende lo Stato.
E se mi succede qualcosa, almeno lo Stato, dopo questa legge, mi salva da anni di processi e da spese da rovinarmi per secoli.

Ulderico Nisticò


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