Ancora sulla Pietà; e il turismo culturale che non c’è


 Quando essere corretti fa piacere, anche per ragioni personali, ecco un buon esempio dall’organizzazione JUMP, che settimanalmente effettua alla Pietà visite dei suoi ospiti internazionali: più di duemila negli ultimi cinque anni; con formazione per docenti in ambito Erasmus, da cui è nata nel 2017 una srl turistica denominata CTE srl (Centro Territoriale Europeo srl); e con utile creazione di regolari posti di lavoro.

Bene, benissimo. Mi complimento. Restano, purtroppo, le evidenti responsabilità di Regione, Provincia, Comune e degli Istituti scolastici eccetera, e di quasi tutti gli operatori di Soverato.

In Calabria, ahimè, per turismo intendiamo quasi solo la balneazione, ovvero fornire ai forestieri un tetto e un letto (sorvolo sulla legalità o meno, spesso molto meno!!!), e un ombrellone.

La Regione? I suoi assessori alla Cultura, e simili, sono, dal 1970 a oggi, di puro e semplice arredamento. Vi racconto un fattarello. Quando la Princi, allora vicepresidente della Giunta, capitò a Soverato, mi chiese (lei a me, ragazzi, non certo il contrario!) un progetto di turismo scolastico in Calabria; erano le ore 13, alle ore 16,30 gliel’avevo già spedito; sto ancora aspettando una risposta, prima da lei, poi da chiunque ne abbia preso la sedia. Con questa mentalità della Regione, dove vogliamo andare? E infatti, non esiste una politica regionale del turismo culturale, e della cultura in genere. La Provincia, non la nomino nemmeno.

Gli intellettuali ufficiali calabresi sono troppo depressi per divertirsi a visitare aree archeologiche, castelli, chiese, palazzi… e se non sono depressi, recitano benissimo, a pagamento, la parte del disperato. Immaginate una gita guidata da un piagnone di mestiere!

Le Amministrazioni comunali cittadine (qui, per ora, parlo solo della questione Pietà dal 2018) hanno commesso il pesante errore di stare a guardare senza esercitare alcuno stimolo e controllo, e lasciando a ruota libera chiunque millantasse un’iniziativa qualsiasi; e tantissimi si sono improvvisati gaginologi!!! Non è stato richiesto alcun rendiconto. Gli effetti sono stati modestissimi, per non dire nulli.

Gli Istituti scolastici, inclusi i due universitari, non hanno mai assunto alcuna iniziativa volta a far sapere ai loro allievi che a Soverato Superiore c’è la Pietà. Poi dite che uno dubita essi stessi lo sappiano… Ebbene, io ne dubito, e assai. E scommetto migliaia di caffè che tanti famosissimi intellettuali indigeni non sono mai andati a vedere la Pietà.

Il docufilm sul Gagini, scritto da me, è stato proiettato una volta (01) l’estate del 2023 per pochi parenti e un’altra volta per libera iniziativa dall’UNITER: fine del docufilm. Un libro, sta a prendere polvere nell’inaccesso trascurato Archivio.

I bagnanti… sono rimasti a bagnarsi, senza che nessuno con la cultura ne disturbasse gli sciacqui.

Onore dunque a chi visita e fa visitare la Pietà. Chi non lo fa, se ne assuma la colpa.

Si può fare ancora qualcosa? Certo che sì, e io lo so; ma aspetto che me lo chiedano con lettera protocollata.

Ulderico Nisticò