Antonio Anzani, la cultura attiva


 Non devo essere io a commemorare, in Antonio Anzani, l’alto funzionario e dirigente della scuola catanzarese e calabrese, e il docente e autore di pubblicazioni, e sindaco e presidente della Proloco: è tutto troppo noto.

 Io qui ricordo, con sincero dolore personale, un’amicizia che iniziò forse tardi, entrambi pensionati, ma si conservò bene attraverso frequenti scambi di opinioni e di commenti sulle notizie del giorno.

 Da molto prima, anche partecipando, avevo apprezzato, di Anzani, un lato che non era diverso dalla sua professionalità, bensì parallelo e integrato: la variegata attività culturale, che fu sempre anche attività sociale.

Amava la sua gente e la storia, e diede vita per anni al Fiore di pietra, una rivista la cui testata divenne quasi sinonimo della cittadina. Nonostante la sua dimensione professionale e culturale, restò sempre molto petrizzese nella famiglia e nei congiunti, anche quando coltivava il suo prediletto campo.

Amava la musica classica, e spesso fece della sua piccola Petrizzi un auditorium con occasioni e con nomi di artisti che stupirono l’intera Calabria; e attrassero turismo di raffinata levatura.

 Amava il teatro di qualità. Come dimenticare la sua padronanza della scena, quando abbiamo rappresentato “Nei giardini del duca”? E qui mi sorge dal cuore – solo chi ci ha lavorato lo sa, e certo a Lui strapperà un sorriso nel Cielo – il proverbiale UTRUMQUE! I nostri viaggi serali per affrontare le prove del lavoro furono anche momenti di stimolanti dialoghi.

 Non scordo – era ancora in servizio – quando gli chiesi aiuto per far venire a Soverato i ragazzi di Nino Pala da Santa Severina, per rappresentare le tragedie greche; e riuscimmo a ospitarli con la volenterosa collaborazione di un altro uomo di cultura d’allora: Vincenzo Guarna, ancora preside.

 Non si sottraeva, Antonio Anzani, a convegni, conferenze, dibattiti, interviste e ogni altro modo di comunicare. Uomo di scuola, sapeva che compito della scuola è proprio di comunicare e creare agorà e dialogo.

 Autorevole senza autoritarismo, cordiale senza trascurare il ruolo ufficiale, gentile senza invadenza; e un genuino signore nei modi, ma senza superbo distacco dagli amici e dalla sua gente. Riposi in pace.

Ulderico Nisticò