Appalti truccati nel Catanzarese. Ridotta da un anno a 6 mesi la sospensione dal lavoro per l’architetto Paparazzo


Il Tribunale della Libertà di Catanzaro ha ridotto da un anno a sei mesi la durata della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di attività professionali e imprenditoriali per Fabrizio Vito Paparazzo, 47 anni, residente ad Olivadi, difeso dall’avvocato Saverio Viscomi. L’imprenditore è indagato nell’ambito dell’operazione “Ubi et Orbi”, il blitz del 12 ottobre scorso dei carabinieri e della Procura di Catanzaro che ha messo in luce un presunto giro di appalti truccati ad Olivadi, nel Catanzarese. Occhi puntati anche su Palermiti e Centrache.

Paparazzo è iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di di turbata libertà degli incanti e peculato insieme a Ubaldo Valentino, nella qualità di responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Olivadi e al sindaco di Olivadi, Nicola Malta: secondo l’accusa (basata sulle dichiarazioni dell’ex assessore Adele Corasaniti) Valentino avrebbe affidato un incarico di somma urgenza direttamente alla ditta di Paparazzo su sollecitazione del primo cittadino.

Per il Tdl, sono ancora sussistenti gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato.

Quadro nettamente opposto invece per l’accusa di peculato, completamente annullata sul piano cautelare dal Tdl. Per il teorema inquisitorio, Valentino si sarebbe appropriato della somma di euro 2.247,20, liquidando alla ditta di Paparazzo, incaricata dell’esecuzione di lavori di somma urgenza di messa in sicurezza viabilità pubblica loc. Virello Santa Teresa, la somma totale di euro 4.447,20 di cui 2.247,20 euro non dovuti, in quanto in parte relativi a lavori non realizzati dalla ditta (cui veniva liquidata la realizzazione di n. 24 gabbiotti ancorché la ditta avesse realizzato 20 gabbiotti essendo 4 gabbiotti preesistenti ai lavori), in parte per costi superiori rispetto a quelli preventivati e concordati.

In realtà, l’avvocato Viscomi ha documentato che le somme sono state liquidate da Valentino sulla base del computo metrico realizzato dalla ditta, da cui risulta l’esecuzione di 24 gabbioni. Il prezzo, pari ad 185,30 euro, corrisponde esattamente a quello indicato nel prezziario regionale 2017 vigente al momento della liquidazione. Dimostrate anche altre circostanze che non fanno evidenziare “profili di illegittimità nell’operato di Paparazzo il quale ha indicato il corrispettivo per le prestazioni ordinate, da considerarsi di somma urgenza, secondo il prezziario regionale con riduzione del 20%”, scrivono i giudici Michele Cappai (presidente), Giuseppe De Salvatore, Gabriella Pede. (LaNuovaCalabria.it)