Autodifesa


 Aspetto che vada avanti, possibilmente non con la solita flemma, il processo ad Adriatici, accusato di eccesso colposo di legittima difesa. L’accusa è eccesso colposo, ma esplicitamente afferma che la difesa è legittima.

 Attenti qui. Noi, in Calabria, e a Soverato in specie, viviamo nella bambagia. Rarissimi sono i casi di violenza, e quasi sempre riconducibili a fatti di delinquenza organizzata. Tanto è vero che, quando qualche sporadico caso succede, se ne parla per mesi, ora per stupore, ora per lamentela organizzata. Ma i numeri sono numeri, e il peggio che accade è che rubino qualche bicicletta semiabbandonata.

 Ma nelle grandi città del Centro e del Nord, in certe periferie che paiono 1984 di Orwell, anarchiche e senza controllo, la situazione è molto diversa, e molto più pericolosa. Un pensionato preleva due soldi al bancomat, e lo ammazzano: tanto per fare un esempio.

 È un fenomeno sociologico tipico delle megalopoli: gli scrittori latini lo segnalano anche per alcune aree di Roma, dove, scrive Tacito, “confluisce tutto quello che di peggio c’è nell’Impero”; leggete la novella Andreuccio del Boccaccio; o la letteratura francese e inglese sui miserabili di Parigi o di Londra. E ancora fino a vent’anni fa, era molto più sicuro passeggiare di notte in Aspromonte che a mezzogiorno a Central Park di N. York.

 Poi a N. York fecero il repulisti. A Parigi provvide Napoleone III (1849-70), incaricando il prefetto Haussman di abbattere le catapecchie e creare i boulevard, ottimi per la veduta della capitale… e comodissimi per le cariche di cavalleria in caso di sommosse. Victor Hugo pianse perché gli avevano tolto il giocattolo.

 Ecco cosa bisogna fare, prima che le periferie finiscano in mano dei rifiuti umani senza controllo da parte dello Stato… e, tenetevi forte, senza autocontrollo. E già, nei secoli passati la delinquenza si autocontrollava, con una gerarchia parallela… e chissà se anche oggi. Ma qui mi fermo, se no pare brutto.

 Invece le attuali periferie metropolitane sono anarchiche anche dal punto di vista dei criminali. A proposito, chissà se i senza tetto vari sono vaccinati… chissà se muoiono per varie cause, covid incluso, e non lo sa nessuno, tanto, ufficialmente, non sono mai nati.

 Con tutto questo, vi dico che l’autodifesa, sempre perfettamente legittima, va ridotta al minimo; e ciò dico perché non so Adriatici, ma, in generale, il borghesotto armato è più facile che si spari addosso e non al nemico; e se non pulisce la pistola, gli scoppia in mano. Non devono armarsi, i cittadini, soprattutto perché non ne sono capaci.

 Non devono armarsi, però, se sanno che esiste una forza pubblica la quale renda superflua quella privata. Se io so che le polizie controllano il territorio, non ho timore, quindi non penso di dovermi difendere. Se ciò non avviene, ognuno bada a se stesso: e non va bene.

 Bisogna dunque ripulire le periferie; e fare in modo che non vengano riabitate. Non so se è chiaro.

 Quanto ai limiti dell’autodifesa, sentite questa legge delle XII tavole, V secolo a. C. Si noctu furtum faxit, si im occisit, iure caesus esto. Traduzione letterale: se uno commette un’azione delittuosa di notte, e l’altro si difende può spingersi fino all’uccisione; ma non deve per forza uccidere.

 Attenti, non deve uccidere: di notte può ricorrere ad ogni grado di autodifesa, ed è legittimo. Di giorno, troviamo in un frammento, può chiedere aiuto.

 Come vedete, non abbiamo niente da aggiungere alla sapienza giuridica degli avi. A patto che, se chiedo aiuto, qualcuno accorra, e subito. Se no…

Ulderico Nisticò