Badolato: avevo ragione io


 Badolato: sciolto il Consiglio comunale già autosciolto, e commissariamento di lunghissimo periodo. Metto subito le manine avanti: non faccio minimamente un discorso di diritto e di forma, anzi dichiaro che tutto quello che è accaduto a Badolato dopo la cronaca più o meno nera, è stato perfettamente legale e regolare.

Ma siccome io non sono avvocato dilettante, con la stessa chiarezza enuncio che non era il caso anche solo parlare di elezioni per il 26 maggio, in una situazione come quella che spero tutti sappiate. Secondo il mio modestissimo parere, CHE HO IMMEDIATAMENTE ESPRESSO SENZA OMBRA DI ESITAZIONE, bisognava subito dire che il Comune di Badolato sarebbe stato commissariato almeno un anno; e oggi leggo che sarà, ad abundantiam, un anno e mezzo. Bene!

A che serve, un anno e mezzo? A pensarci sopra, in questi termini:

– Evitare furbate di liste di qualsiasi volatile: civette o corvi o pipistrelli che siano.

– Evitare entusiasmi infondati: la politica, anche comunale, è una cosa per esperti.

– Evitare, ovviamente, infiltrazioni: e non basta l’autocertificazione di onestà; la Calabria è zeppa di incensurati cui non affiderei i miei cani da portare a passeggio. Avete presente Calogero Sedara del Gattopardo? Incensurato era, anzi sarà eletto deputato.

– Evitare entrate a gamba tesa di partiti. A questo proposito, vi faccio notare che il CENTRODESTRA calabrese e di Catanzaro e locale (Frat. Italia, Lega, Forza Italia, Lupi… ) si è EVITATO DA SOLO, con una manifestazione di INETTITUDINE e indifferenza senza definizioni.

– Lavorare seriamente tra persone sensate e responsabili, e disposte a divenire un’autorevole e inattaccabile classe dirigente. Badolato ha moltissime potenzialità, se bene amministrata e con intelligenza e coraggio. E persone che sappiano, per conoscenza diretta, chi avvicinare e chi tenere lontano come la peste.

Nel mio piccolo, posso ricordare quanto ho fatto, negli ultimi trenta o quarant’anni, per Badolato, per quanto ne abbia ricavato solo INGRATITUDINE, con una sola eccezione. Però, io, a differenza del monito del Manzoni alla fine dei Promessi Sposi, non ho mai “imparato a non mettermi nei tumulti”, anzi, quando ne vedo uno, mi c’infilo senza perdere troppo tempo a domandarmi che tumulto è.

Intanto, buon lavoro ai commissari.

Ulderico Nisticò