La Procura della Repubblica di Cosenza ha aperto un fascicolo d’inchiesta per far luce sulla tragica morte di L. C., il bambino di soli quattro mesi originario di Paravati (frazione di Mileto, Vibo Valentia), spirato lunedì sera nell’ospedale del capoluogo bruzio.
Il decesso, che ha gettato nello sconforto l’intera comunità, è avvenuto nella Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale di Cosenza, dove il piccolo era giunto in condizioni disperate tramite elisoccorso dopo un primo ricovero all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia.
A muovere l’azione della magistratura è stata la denuncia presentata dai genitori del neonato, un esposto “carico di dolore” ma animato da una ferma volontà di conoscere la verità. Il loro non è solo un desiderio, ma un dovere ineludibile nei confronti del loro “angioletto” che non c’è più.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Cosenza, mirano a ricostruire l’intera catena di eventi e le decisioni cliniche prese nelle ore cruciali, a partire dal primo soccorso ricevuto al Pronto Soccorso di Vibo Valentia. Secondo quanto emerso, infatti, il piccolo era arrivato al triage del Jazzolino in codice bianco prima che le sue condizioni precipitassero repentinamente.
Sequestrata la Cartella Clinica e disposta l’Autopsia
Per fare chiarezza sulla dinamica dei fatti e sulle cause precise del decesso, la Procura ha immediatamente disposto il sequestro della cartella clinica e ordinato l’autopsia.
L’esame autoptico, attualmente in corso, sarà fondamentale per stabilire se vi siano state eventuali sottovalutazioni del quadro clinico o ritardi nel percorso assistenziale che potrebbero aver compromesso irrimediabilmente la vita del bambino.
Al momento, tra le ipotesi mediche preliminari sulla causa del malore e del conseguente arresto cardiaco, si era parlato di un possibile shock da disidratazione, ma solo gli accertamenti medico-legali potranno fornire risposte definitive.