Calabria-Azzardo, la ludopatia e la violenza domestica


Con 6,5% di PIL spesi nel “gioco” si produce violenza domestica, usura e crollo dei consumi.
Ecco perché;

Nel 2019 gli italiani (dati ufficiali Agipronews) hanno speso quasi 110 miliardi di euro in giochi e scommesse, con introiti per lo Stato pari a 9,3 miliardi di euro;
• la raccolta del 2019 ha fatto registrare una crescita del 12% rispetto all’anno precedente: gli incassi (e la spesa degli italiani) sono aumentati rispetto al 2011 di 40 miliardi di euro;
• negli ultimi anni l’incremento maggiore si è registrato per i giochi online: poker, casinò, scommesse, che hanno generato un volume di quasi 30 miliardi di euro l’anno. E’ quindi più che quintuplicata la raccolta del 2011, che era stata di 6,9 miliardi

• il valore enorme di questo mercato è stimato intorno al 6,5 % del Pil, con un indice esponenziale di dinamismo, innovazione tecnologica e distributiva in questo settore (ad opera e a vantaggio di imprenditori e investitori non sempre meritevoli e trasparenti) e calma piatta in tanti altri che produrrebbero vero benessere sociale. A tale proposito si veda cosa si potrebbe generare in termini di consumi e servizi, se questa enorme “massa” di denaro venisse spesa nella cosiddetta “economia reale”;
• ciò si registra in una particolare congiuntura economica che vede aumentare le tasse e crollare pesantemente i consumi e l’occupazione;

• in periodi di incertezze e ristrettezze il gioco apre una finestra su un mondo di emozioni e opportunità, e tanti si lasciano ammaliare. E’ fonte di massicci guadagni per le società che ci lavorano in maniera lecita e illecita;
• il gettito per le casse dello Stato è però stazionario, anzi persino in leggero calo rispetto alla continua crescita dei soldi sperperati dai cittadini;
• con la diffusione dei centri scommesse, le slot machine nei bar ed in tanti luoghi di ritrovo, i siti internet e la vendita dei gratta e vinci (anche nei supermercati!), è esploso il fenomeno dei malati da gioco, una piaga sociale che cresce e rischia di diventare un fenomeno patologico come l’alcolismo o la dipendenza da sostanze;

• è soprattutto in tempi di crisi economica che prende piede l’illusione di poter vincere “facile” e cambiare vita col gioco, un settore che lo Stato stesso invece di limitare e regolamentare ha contribuito a promuovere su larga scala (“gioca senza esagerare” alla fine di uno spot può solo mettere a posto le coscienze…);
• intanto aumenta il numero di coloro che sviluppano dipendenze patologiche dal gioco, che rischia oggi di diventare un’emergenza sociale, anche fra giovani e giovanissimi, oltre alle violenze domestiche, infatti la donna subisce moralmente ed economicamente la presenza del giocatore compulsivo, il quale, la cronaca purtroppo ci racconta questa triste realtà, arriva ad uccidere e demolire  la famiglia;

• nonostante il divieto di giocare per i minorenni il gioco è diffuso anche fra giovani e adolescenti, grazie anche allo smartphone e all’on line in genere. Non sono pochi i ragazzi che hanno la possibilità si spendere discrete somme di denaro senza alcun controllo dei genitori, che non conoscono altro modo per distrarsi da problemi familiari o scolastici e passano la maggior parte del proprio tempo da soli o connessi al pc, che non hanno altri hobby né occasione o motivazione;
• la patologia in quanto tale va ben oltre il “vizio” in quanto il giocatore perde più o meno rapidamente il controllo e la libertà sul proprio comportamento di gioco, sul proprio investimento in termine di tempo e denaro. L’impulso diventa irrefrenabile, il gioco diventa il pensiero e l’attività principale della giornata e, nonostante le conseguenze negative che comporta, non si riesce a smettere;

• di fatto il nostro Paese sta celebrando un vizio privato come pubblica virtù, imponendo il pagamento di una tassa occulta rispetto ad un “vizio” tollerato perché patrocinato dallo Stato ma con conseguenze devastanti sul piano socio- sanitario se è vero che la ludopatia è ormai una vera e propria forma di dipendenza patologica che mette in discussione la sopravvivenza di intere famiglie.

La crescente diffusione del gioco anche nei nostri territori costituisce un motivo di allarme sociale. In un periodo di crisi come l’attuale, infatti, sono purtroppo sempre più numerosi i casi di persone che, nell’illusione di un facile guadagno, vanno in rovina a causa del gioco compulsivo mentre ingenti somme di denaro vengono distratti dall’economia reale, dal circuito virtuoso dello sviluppo, e dirottate verso settori parassitari della finanza globale.

Pertanto, è necessario instaurare un rapporto di collaborazione con le Istituzioni per il perseguimento delle finalità di seguito indicate.
– Sensibilizzare enti ed istituzioni nazionali e locali a predisporre un regolamento più rigido per la disciplina del gioco, delle sale da gioco e scommesse, degli apparecchi e congegni da intrattenimento e svago.

– Invitare il Governo, il Ministro dell’Economia, il Ministro dell’Interno, il Ministro della Salute ed il Direttore dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato ad assumere tutte le iniziative ritenute opportune e necessarie per investire sull’economia reale e scongiurare la diffusione incontrollata degli strumenti di gioco e scommesse.

– Effettuare una campagna mirata per eliminare le campagne pubblicitarie a favore del gioco e per promuovere una adeguata e massiccia informazione circa i pericoli connessi al gioco compulsivo.
Bisogna agire per tutelare quelle categorie più esposte attraverso azioni e scelte di coraggio che sappiano armonizzare l’offerta del gioco con i rischi che questo comporta e regolamentare la loro presenza sul territorio in modo responsabile.