Prima per tasso di disoccupazione giovanile (35,5 per cento) con il podio del minimo nazionale per occupazione giovanile (20,3%). Soltanto 1 contratto su 10 riesce a diventare da precario stabile. Poco lavoro e di scarsa qualità, ecco perché quasi la metà dei laureati calabresi lasciano la Calabria.
I recenti dati sulla Calabria diffusi dall’Eurispes lasciano con l’amaro in bocca e mettono nero su bianco una realtà tragica che è inutile nascondere dietro proclami, slogan e strategie comunicative. Alla vigilia della proclamazione degli eletti, la Cgil Calabria si augura che si riparta da qui, da numeri e percentuali drammaticamente reali, per lavorare affinché la rotta possa essere invertita.
L’indice dell’esclusione sociale di Eurispes è un indicatore molto importante, in quanto analizza quanto e come i diritti costituzionali siano disattesi nella quotidianità dei cittadini. Anche la fotografia della sanità scattata da Eurispes è impietosa.
Un calabrese su cinque rientra nell’emigrazione sanitaria, il numero di infermieri e ostetriche è al minimo nazionale, i medici di medicina generale e quelli specializzati sono nettamente insufficienti.