Se non ricordo male, sono stato io, e io solo per anni, a parlare delle seconde case, e sono dunque ben lieto che il vicesindaco Matacera affronti con serietà la questione. Ottima idea, ma occorrono alcune precisazioni:
– Gli alberghi di Soverato sono pochi e piccoli, per un totale di nemmeno 400 posti letto; e alcuni sono alberghi molto per modo di dire.
– Il turismo soveratese, purtroppo, è nato e si è assestato quasi solo sulle seconde case, con funeste conseguenze sull’urbanistica dagli anni 1970.
– Le seconde case sono o di proprietà, o, la maggior parte, prese in fitto per qualche settimana del periodo estivo.
– Tali case sono sfitte perché destinate all’affittanza estiva.
– I forestieri, fatta forse qualche eccezione, prendono alloggio in nero, senza contratto e senza altri atti formali.
– Soprattutto, sono in nero i nomi. Se io vado in albergo una notte, devo esibire i documenti, o non mi danno la stanza. Se uno piglia un appartamento a Soverato, può restare tranquillo e anonimo, fosse anche un terrorista del califfo o, molto o meno peggio secondo i gusti, un agente israeliano; o un mafioso con famigliola al seguito.
Ricordo perciò che la mia proposta è, da anni, stanare i fitti in nero, utilizzando strumentalmente proprio le leggi sull’ordine pubblico: basta beccare un anonimo e punirlo assieme al proprietario della casa, e vedrete come si sparge la voce!
A questo punto, i proprietari di case “sfitte” si rassegneranno a uscire dalla clandestinità, e offrire il proprio bene in fitto regolare e attraverso agenzie o il consorzio. Insomma, le case finora in nero diverrebbero camere d’albergo.
Ovviamente, obbedendo a precisi criteri di efficienza, pulizia, servizi: come gli alberghi. Ne deriveranno anche prezzi onesti e proporzionati all’offerta.
E chi non ci sta, metta l’appartamento sul mercato in fitto tutto l’anno.
Questo io vado ripetendo da diversi anni. Se l’idea si è fatta strada, esprimo soddisfazione.
Ulderico Nisticò