Come ogni anno, l’Istituto Salesiano Sant’Antonio da Padova di Soverato organizza la tradizionale Castagnata. Una giornata che coinvolge l’intera scuola. Tutti gli alunni, insieme ai professori, in montagna per ricordare il Miracolo delle castagne fatto da Don Bosco. Il Santo insieme a mamma Margherita, poche castagne e tantissimi ragazzi. Eppure, quando inizia la distribuzione, quelle castagne bastano per tutti, e ne avanzano anche! Da allora ad oggi ne sono passati di anni. Gli alunni dell’Istituto arrivano a Alto monte per visitarne l’antico borgo Medioevale. Il mastro seduto davanti la minuscola botteguccia e dietro il torchio, mentre lavora la terracotta secondo gli antichi dettami. Le vecchie cinta murarie. Il castello. La Chiesa di S. Maria della Consolazione. Il Museo diocesano come scrigno carico di ricchezze artistiche. Unendo l’aspetto didattico a quello sociale, si finisce per pranzare tutti assieme, questa volta nel cortile dell’Oratorio Salesiano FMA di Spezzano Albenese.
E poi le castagne, la preghiera, tutti di nuovo verso casa. Tutto qui. Se non fosse che la sveglia è puntata alle 6.00 di mattina, perché si parte alle 7:30. Che la notte non si dorme bene, perché c’è l’ansia di voler partire. Che si parte con un po’ di ritardo, perché l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Che il Direttore parte insieme ai suoi ragazzi, perché è più entusiasta di loro. Che l’autobus è fatto di canzoni stonate e barzellette sciocche e indovinelli scontati, perché in quei pochi metri si può non pensare ad altro se non al solo fatto di essere lì. Che tra la Chiesa e il Museo si scatta la foto, perché rimane per sempre il ricordo di quel momento.
Che il Professore di filosofia inizia a fare il giocoliere in piazza e sono tutti lì in cerchio a guardarlo in silenzio, perché in quel momento smette di essere il Professore e diventa un eroe. Che il pranzo non è un pranzo ma un’infinità di cibo, perché ogni mamma ha cucinato per il suo di figlio, ma anche per i figli di tutte le altre. Che si mangiucchia un po’ qua e un po’ la, perché il cibo è cibo di tutti. Che il Direttore è costretto ad assaggiare tutti i dolci, perché il Direttore è padre di tutti. Che nel campetto da calcio si entra in 30, perché si corre tutti dietro la palla senza squadra né vittoria.
Che qualcuno rimane seduto a parlare, perché non aveva mai trovato il modo di farlo prima. Che si prega tutti vicini sotto il sole che va via, perché una semplice giornata ha permesso una complessa condivisione. Che i ragazzi della classe quinta hanno distribuito le castagne a tutti gli studenti più piccoli, perché in quel gesto c’è il passaggio di testimone da chi va via a chi resta ancora. Che qualcuno tra questi maturandi piange, perché è la loro ultima Castagnata. Che si torna a casa con le tasche già piene di ricordi, perché quello che si vive tra i banchi di scuola rimane per l’intera vita.
Floriana Ciccaglioni