
Caporetto
Dico Cazzullo perché è il più recente; ma gli Italiani in generale hanno il chiodo fisso, e masochistico, di Caporetto. E tantissimi, Cazzullo in testa, si scordano che, dopo Caporetto, la Prima guerra mondiale l’abbiamo vinta noi. Con riserva, e con vittoria mutilata, però l’abbiamo vinta noi. Per saperlo, non servono studi matti e disparatissimi e scoperte di documenti segreti, basta aver studiato alle elementari, e comprarsi un Bignamino. Vediamo i fatti.
Entrata in guerra il 24 maggi 1915, inizialmente contro l’Austria-Ungheria, poi anche contro la Germania, l’Italia aveva un piano perfetto esattamente come tutti gli altri contendenti dei due schieramenti; e che, come tutti i piani degli altri, fallì. Il nostro era difendersi da attacchi dal Trentino, allora austriaco, e attaccare sull’Isonzo. Gli attacchi austro-ungarici e tedeschi dal Trentino fallirono; fallirono anche gli attacchi italiani sull’Isonzo. La stessissima cosa era successa nel 1914 con i duplice fallimento del piano tedesco contro la Francia, e del piano franco russo contro la Germania. Eccetera.
I comandi di tutti gli eserciti avevano elaborato tutti dei piani perfetti persino nei particolari; e proprio per questo destinati all’insuccesso. Non restò loro, anzi ai governi, che tentare di allargare il conflitto. L’Intesa (Gran Bretagna, Francia, Italia; la Russia era crollata) riuscirono a far entrare in guerra gli Stati Uniti, ottenendo subito abbondanza di armamenti e rifornimenti. Ma Washington non aveva un esercito, tranne poche truppe professionali, e il suo effettivo intervento non era previsto prima dell’estate del 1919. Germania e Austria-Ungheria tentarono perciò di vincere prima di tale previsto arrivo in massa degli americani.
Attaccarono perciò a Verdun in Francia, con iniziale ma non definitivo successo; e a Caporetto in Italia. Il 24 ottobre 1018 sfondarono il fronte del XXIV Corpo d’armata, generale Badoglio, con possibilità evidente di dilagare nella Pianura Padana. Qualcuno pensò a una linea di difesa sull’Adige, qualcuno persino sul Ticino; l’Italia scelse il Piave. Si disse fosse determinante la volontà di Vittorio Emanuele III; non so se è vero. Venne esautorato il generale Cadorna, e lo sostituì il napoletano Armando Diaz. La difesa riuscì; un altro tentativo austrotedesco, nell’estate del 1918, sembrava superare il fiume, ma l’Italia mantenne sia la foce sia il Grappa; e intanto l’Austraia-Ungheria, come anche la Germania, subivano epocali implosioni sia economiche sia politiche sia etniche.
Il 4 novembre 1918 l’Austria-Ungheria chiese l’armistizio all’Italia, cioè si arrese. L’armistizio fu un gravissimo errore politico per l’Italia, che invece avrebbe dovuto occupare parte del territorio nemico, persino Vienna e Budapest; e attaccare la Germania dal Tirolo. Per effetto dello sbagliatissimo Patto di Londra del 1915, si limitò a occupare Trentino fino a Bolzano, Venezia Giulia, Trieste, Istria e Dalmazia, ma non Fiume, con quel che ne seguì, e ne parliamo un’altra volta.
Torniamo a Caporetto 1917. Fu evidente, come in Francia nello stesso momento, che si correva il peggiore rischio che possa affrontare un esercito: il panico e lo sbandamento. E soldati sbandati diventano torme di affamati e selvaggi. Si fece ricorso a metodi molto duri; e per farmi capire vi segnalo che quando si dovette scegliere una Salma per il Milite Ignoto, le bare non furono dodici quanto le Armate, ma undici, perché in una poteva trattarsi di un disertore, o tale ritenuto. Successe in tutti gli eserciti di quell’assurda Prima guerra mondiale.
Concludo ricordando ai Cazzullo di turno che, dopo Caporetto, venne Vittorio Veneto, e l’Italia ha vinto la Prima guerra mondiale. Della Seconda, prima o poi parleremo; ora dico solo che l’abbiamo persa, e siamo in triste compagnia e dei nostri alleati dell’epoca, Germania e Giappone, e anche di Francia del 1940, e poi degli stessi Stati Unti in Vietnam e dell’URSS in Afghanista. Eccetera.
Ci serve conoscere la storia, non campare di piagnistei.
Ulderico Nisticò