Censore si tranquillizzi


Trasversale delle Serre Si tranquilli, Brunello Censore: io non me la cavo con generiche ingiurie, ma picchio sodo in tagliente e corretto italiano. Perciò dovrebbe scusarsi per un tono poco rispettoso: si ricordi con chi sta parlando.

 Ho chiamato lui e altri “mosche cocchiere”, e ripeto: la favola dell’insetto che, aggrappato per caso alla criniera di un cavallo, si vantava di essere alla guida dell’intera carrozza. E ripeto: Censore e Salerno sono stati, per l’allegria delle urne, consiglieri regionali, e non hanno fatto niente per la strada; Censore, per la stessa allegria, è diventato deputato, e non ha fatto niente per la strada; vale lo stesso per il senatore Franco Bevilacqua e per un altro tizio, stavolta di sinistra, così insignificante che manco mi viene a mente il nome: non hanno fatto niente per la strada. Soriero, che, per la suddetta giocheria, è stato persino sottosegretario, ha fatto… sì, ha gettato al vento un mare di soldi per l’assurdissimo svincolo di Argusto.

 C’è voluta una mobilitazione di cittadini, e dei sindaci (tranne Serra si immagina perché; e Soverato, mistero), perché si aprisse il miserando tratto di Gagliato. E il comitato ha festeggiato senza patetiche dita puntate sullo sviluppo, senza trionfanti dichiarazioni: ha fatto un giro, ha mangiato panini e bevuto dell’ottimo vino.

 Se i Censore, i Salerno, i Bevilacqua, i Soriero eccetera fossero venuti (in jeans e camiciole, ovvio, e c‘erano panini anche per loro), sarebbe stato un gesto simpatico, da signori e da amici; hanno preferito una cattiva figura. Censore ha riunito quattro amici al bar, i suoi fedelissimi (fino alla curva!), e ha proclamato la vittoria dopo che la battaglia era finita.

 Ecco, assegniamo a Censore il Premio de Coubertin, con la seguente motivazione: “L’importante non è vincere, è partecipare”. A cose fatte, “a tavola conzata”, ma partecipare.

 Come si sarebbe divertito alle sue spalle, il suo compaesano mastro Bruno! Per esempio, e mi scuso per l’imperfetto serrese:

Brunellu Censori,
chi bella pensata:
mo vaci cuntandu
“Iu hici la strata”.
Accussì dicia Brunu,
e ‘on u cridi nessunu.

 …il resto, aggiungetelo voi.

Ulderico Nisticò


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