Centrodestra: piramide di solo vertice…


 …con poca o nessuna base. Questa è l’impressione che danno certi ultimi risultati locali: il destracentro (più esatto che centrodestra) sta benissimo al vertice, però più in basso scende meno conta, anzi in alcuni casi nemmeno esiste. Esempi: in Emilia Romagna hanno dovuto trovare chi capitava; e anche alle ultime comunali di Catanzaro, ricorderete, il cdx ha candidato uno di sinistra per totale carenza di indigeni. Tanto meno fa opposizione seria a una giunta di più o meno sinistra e che comunque si tiene con il nastro adesivo.

Facciamo ora un esempio vicino a noi. Dopo lo scatafascio politico e giudiziario di Badolato, erano state indette le elezioni per il 25 maggio: poi c’è stata una ventata di buon senso, e improvvisate liste di civette e pipistrelli e altri oscuri volatili. Vero, ma nei due mesi in cui ancora le elezioni erano in discussione, ebbene, in quei due mesi il destracentro o centrodestra o i vari partiti sono stati più muti di una tavola rotonda di pesci e tartarughe: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Moderati etc.

Non mi riferisco a quella situazione paesana, ma a chi detiene… o dice di detenere funzioni regionali e provinciali: Mancuso, Ferro, Macrì e aiutatemi a dire. Ora si sa che a Badolato voteranno tra un paio d’anni, ma, se tanto mi dà tanto, vedrete che i suddetti e loro adepti arriveranno taciti anche al 2027.

Non va bene né a Badolato né a Catanzaro né in Italia. Io, al posto della Meloni, farei una riunione locale del cdx: per fare che? Per una partaccia collettiva, e per l’ordine categorico di darsi una mossa di base, sul posto.

Estendendo il concetto, è una crisi della politica; nemmeno a sinistra, infatti, mostrano qualche maggiore vivacità locale. A destra, o cdx, c’è decisamente troppo, anzi solo la cuspide della piramide; e nessuno ha mai sentito parlare di un congresso, una riunione di sezione, di qualsiasi cosa che somigli alla politica rettamente intesa.

Ulderico Nisticò