Che fare delle bottiglie di plastica? Ovvero, la colpa è di qualcun altro


  Si viene a sapere, un mese fa, che mettono un impianto di raccolta bottiglie schiacciate e senza etichetta. Io, come il cretino che sono, ci provo sei (06) volte, sei volte vedendomi scritto CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO, poi definitivamente rinuncio.

 Apprendo poi che una ditta privata (che non nomino e non dico dov’è per DAMNATIO MEMORIAE) installa un suo impianto di raccolta bottiglie, stavolta comodamente intere e con tutto il tappo. Corro, mi faccio l’apposita APP, e riesco a depositare 14 bottiglie. Miracolo, tanto che ne parlo persino bene a differenza del caso di cui sopra.

 Qualche giorno dopo, però, una colombella mi sussurra all’orecchio che già le cose non vanno. Io, come lo scemo e illuso che sono, penso che sia stato un guaio tecnico, e che a questo guaio abbiano posto rimedio; e oggi, 15 giugno, accorro con un borsone a depositare altre 20 bottiglie.

 Il macchinario non dà alcun segno di vita. Alle mie proteste, mi si dichiara che “la macchina è rotta”, evidentemente da un bel po’, e senza sia stato adottato alcun intervento atto a ripararla. Mi ripiglio le bottiglie, e, come lo stupido che sono, aspetto venerdì prossimo per gettarle via tra i detriti di plastiche e materiali vari.

 Lezioncina di psicologia calabrogreca: se io, come sto facendo, evidenzio il disastro, sono sicurissimo che tenteranno, alla calabrese maniera, di spiegarvi che la colpa è di qualcun altro, di un qualsiasi qualcun altro, meglio se lontano nel tempo e nello spazio. In greco, aitìa vuol dire – e immaginate i sofismi – sia colpa sia causa, parole nettamente distinte in latino. Eh, ma qui fu la Magna Grecia: e si vede!

 Perciò non mi curo della colpa, che non verrà confessata mai e gettata addosso a terzi, però della causa: la causa è che la Calabria è, da millenni, la terra delle belle idee che non funzionano; e se per una volta funzionano, è anche l’unica e l’ultima. E se una cosa si guasta, tanti saluti.

 E tanti saluti alle bottiglie di plastica, all’ecologia e al riciclaggio e all’eventuale guadagno. Tanto, la colpa è sempre di qualcun altro.

Ulderico Nisticò