Che fine fecero le riforme costituzionali?


 Triste privilegio, la memoria lucida e non soggetta a rimozione e sublimazione! Mentre quasi tutti dormono senza sogni, io invece ricordo benissimo che il tumultuario fronte del no al referendum andava dicendo così: “Noi siamo contro queste riforme, ma subito dopo il 4 ne faremo subito noi, eccome!”

 Era il 4 dicembre; oggi che è 2 gennaio, non ne abbiamo minimamente sentito parlare. Sarà l’effetto Natale, quando siamo tutti più buoni? Così, al 2 gennaio 2017, abbiamo ancora due camere fotocopia; il CNEL; l’anarchia regionale prevista dal titolo V riformato; le province… insomma, tutto come prima.

 Berlusconi, Grillo, Salvini, D’Alema, la Meloni, Bersani si sono dedicati ai panettoni e spumante? Sì, certo che sì: ma ognuno per conto suo, evitando accuratamente di incontrarsi. Natale con i tuoi, vero? Già, se s’incontrassero al bar, magari il discorso scivolerebbe sulle riforme: e non sta bene, qui nessuno vuole riformare un accidenti di niente. Il governo Gentiloni, riproduzione sostanziale di quello Renzi, è servito solo a soddisfare la rabbia della minoranza interna del PD, salvata dalla renziana rottamazione. Fortuna che ci ha lasciati, a noi Calabresi, quelle due perle che sono la Bianchi e Gentile! Che fortuna, eh.

 I costituzionalisti che, bava alla bocca, gridarono “Hannibal ad portas” e invocarono guerra a morte per difendere il 1948 e la partitocrazia, questi professoroni, Zagrebelsky in testa, si sono messi in ferie, magari ricordando che il silenzio è d’oro? Loro, però, niente spumante di San Silvestro: sono anzianotti, quindi zuppa di latte e a ninna dopo cena.

 Gli intellettuali hanno improvvisamente perso il bene dell’intelletto, e non manifestano alcun pensiero: fa freddo, le rotelle dei cervelloni sono inceppate. Sui giornali e tv, l’argomento costituzione è leggermente sparito.

 E gli elettori noisti accaniti? E i giovani che hanno combattuto per il no con più furia dei loro bisnonni sul Piave? Io non li ho sentiti protestare per il mancato dibattito; o manifestare sotto le sedi dei partiti del no, e pretendere il dibattito costituzionale. Eh, che gioventù coraggiosa!

 Infine, un pensierino ai miei “camerati” che mi hanno ingiuriato in tutti i modi per il mio “sì”: alla lettera, con parole da schiaffi, se non le avesse pronunziate un vecchio, e “senectus ipsa morbus”. I miei “camerati” in prima linea per la costituzione antifascista! Ebbene, non li ho sentiti dibattere, in questo Natale, per proporre delle riforme: a loro sta bene la carta del 1948, le vogliono un bene dell’anima.

 Riassumendo, le riforme sono rinviate al 2117. Io sarò morto, credo, ma D’Alema, Bersani, Salvini, Grillo, Berlusconi invece saranno vivi, vivissimi, e continueranno a promettere le riforme costituzionali. Urgenti: già, durante la campagna per il no dicevano che sono urgenti; poi prevalsero zeppole e zampone!

Ulderico Nisticò


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