Chi copia in un concorso pubblico rischia grosso


concorso_presidi“Chi copia durante le prove scritte di un concorso pubblico rischia di passare i guai con la giustizia”. E’ il monito che giunge dalla Basilicata, dove il Gup di Potenza Tiziana Petrocelli ha rinviato a giudizio nove persone, tra candidati e commissari, accusati a vario titolo di falso e abuso d’ ufficio, nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica sul concorso per dirigenti scolastici del 2011. Stando a quanto emerso dalle indagini, alcuni candidati avrebbero copiato delle risposte, tra cui un quesito riguardante la responsabilità dei presidi. La prima udienza si svolgerà il 24 novembre.
Come si legge nella rivista Tecnica della Scuola “la notizia è giunta, quasi come segno premonitore, il giorno prima delle prime prove scritte del concorso docenti 2016. Tre dei cinque docenti indagati avrebbero poi vinto il concorso, mentre altri due sarebbero risultati idonei nella graduatoria di riferimento. È ovvio che se gli addebiti del Gup dovessero essere confermati, perderebbero qualsiasi diritto a ricoprire la carica di dirigente scolastico. E forse anche quello di insegnanti”.
Ha preso una svolta decisiva l’ inchiesta sul concorso a preside in Basilicata, avviata nel 2013 in seguito alla denuncia di un candidato escluso, il quale, dopo aver chiesto e ottenuto l’acceso agli elaborati degli ammessi alle prove orali, si presentò al Comando dei Carabinieri, manifestando il sospetto che qualcuno degli idonei, nonché dei presidi già immessi in ruolo, fosse stato favorito oltremisura.
I militari sequestrarono così gli atti concorsuali, da cui emersero parti copiate, errori di grammatica e di concetto, errori nei quesiti di lingua inglese, giudizi illogici.
Non del tutto dissimili le motivazioni che hanno fatto scattare l’ allarme in Calabria, dove l’ ultima selezione per presidi è stata oggetto di oltre sedici denunce penali.
La segnalazione più recente alla Procura della Repubblica di Catanzaro riguarda il rinvenimento di una stessa “anomalia grafica” in venticinque compiti di neo presidi, su venticinque scelti a caso. Il cento per cento dei temi visionati. In un compito, addirittura, questo “segno” sarebbe riportato due volte. Da ciò il sospetto, denunciato dagli inidonei, che questa “stranezza possa essere presente chissà in quanti altri elaborati di vincitori di concorso”.
Anche in Calabria, si punta il dito contro presunti “plagi”, essendo state scoperte considerevoli parti di elaborati identiche al contenuto di testi non consultabili. Tra le fonti ci sarebbe anche un e-book che all’ epoca dello scritto era visionabile solo tramite internet, ma non stampabile perché protetto.
“E’ inquietante- scrive il comitato ricorsisti in una nota- un compito di fascia alta, dove l’ autore riporta identici, finanche nella punteggiatura, stralci di Pof di varie scuole pubblicati su internet e intere pagine di un noto testo di preparazione al concorso. In uno studio di caso, invece, l’autore elabora un progetto, dal titolo molto particolare. Ebbene, digitando questo nome su google, appare quasi tutto il compito”.
Infine, gli inidonei riferiscono di un’altra stranezza scoperta con l’accesso agli atti. “In un elaborato di fascia alta- affermano- la brutta copia appare lunghissima e piena di pagine, mentre invece, a leggerla con attenzione, vi sono riportate ossessivamente sempre le stesse frasi e periodi riscritti fino a sei e sette volte. Un vero mistero. Ci auguriamo che la giustizia faccia luce al più presto su questa incredibile vicenda”.

Antonella Mongiardo


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