Chiaravalle Centrale, approvato il rendiconto: il sindaco “bacchetta” la minoranza


Da Donato bordate al vetriolo La recente approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2016 da parte del consiglio comunale di Chiaravalle Centrale si porta come strascico, come al solito, il tentativo maldestro di una parte della minoranza di veicolare informazione sbagliate o distorte su quanto è avvenuto in sede di civico consesso. Da una parte, si afferma che l’attuale maggioranza non ha fatto nulla per il paese. Dall’altra, si ammette candidamente che, però, si ha a che fare con una massa debitoria ufficialmente accerta di oltre 10 milioni di euro. Cifre da fare spavento, che evidentemente ci cadono addosso dal passato, e sulle quali la parte dell’attuale minoranza, che in quel passato ha allegramente amministrato Chiaravalle, non ci dà alcuna spiegazione.

In ogni caso, l’esercizio finanziario 2016 ha visto quest’amministrazione insediarsi solo nel mese di giugno, con un bilancio di previsione già approvato dai commissari prefettizi. Inoltre, questa amministrazione ha anche ereditato, com’è noto, un fermo assoluto della macchina dei tributi. Eppure, diverse azioni, peraltro riportate nelle linee programmatiche, sono state avviate, pur nella consapevolezza di una situazione finanziaria a dir poco drammatica. L’attuale maggioranza ha riacceso i motori del servizio tributi, ponendosi tre obiettivi fondamentali: a) rispettare le scadenze, in modo tale da non creare sofferenza al bilancio comunale; b) ripristinare le condizioni di equilibrio tra cittadino e amministrazione, per evitare l’accumulo delle annualità; c) tracciare un percorso sinergico con l’Organismo straordinario di liquidazione per la gestione del pregresso. Numerosi altri interventi hanno riguardato: il settore idrico, con l’ammodernamento e il potenziamento dei sistemi di sicurezza e controllo sui serbatoi comunali; la pubblica illuminazione; il potenziamento della raccolta differenziata; il piano di protezione civile; il piano strutturale comunale; l’attivazione del servizio trasposto alunni… e tanto altro ancora. Questi sono i fatti.

Quanto alle chiacchiere… dai banchi dell’opposizione, l’ex sindaco Gregorio Tino, ovvero colui il quale ha dichiarato il dissesto, ha tuonato contro l’attuale maggioranza con i suoi soliti voli pindarici. Tino ci ha spiegato che lui non voleva il dissesto. Che lui, invece, voleva seguire la strada del piano di riequilibrio. Ma fu l’opposizione a fermarlo, costringendolo a dichiarare il default dell’ente. Tino, però, non dice che quel suo piano era stato bocciato non dai consiglieri comunali a lui avversi, ma dalla Corte dei Conti che lo aveva giudicato non attendibile e non veritiero, essendo compromesso da gravi criticità sia da un punto di vista politico che gestionale. Infine, sempre sul livello delle chiacchiere, una risposta va data anche al consigliere Francesco Maltese che polemizza, chiamando in causa la giunta comunale, per un mancato accesso agli atti relativo al servizio mensa, prendendo spunto da una recente sentenza di condanna del Tar. Ci sembra strano che un candidato a sindaco, sia pure bocciato dagli elettori, manifesti tale grave impreparazione in merito al funzionamento della macchina amministrativa. Nel caso specifico, trattandosi di un servizio come quello della mensa scolastica, gestito esclusivamente dagli uffici, e di un diniego formulato direttamente da un dirigente di settore, vorremmo capire: che c’entra la giunta comunale? Evidentemente, Maltese confonde in maniera molto grossolana il livello politico con i fatti gestionali. E invece dovrebbe sapere che gli uffici procedono nella loro piena autonomia e a loro competono precise decisioni con le annesse responsabilità.


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