Chiaravalle Centrale, Foti contesta l’ostruzionismo dell’amministrazione comunale a guida Donato


Amministrazione tra nebbie burocratiche e politichese: gli atti scottanti negati al consigliere comunale

In data 24 settembre 2024, il Segretario Comunale di Chiaravalle Centrale ha inviato una comunicazione ufficiale al consigliere comunale Claudio Foti, in risposta ad una sua richiesta di accesso agli atti amministrativi.

Nella lettera, il Segretario ha delineato le modalità con cui tale diritto può essere esercitato, facendo riferimento alla normativa vigente e sottolineando alcuni limiti relativi alla natura delle richieste e alla protezione dei dati sensibili.

Tuttavia, il tono e il contenuto della missiva hanno suscitato la ferma reazione del consigliere Foti, il quale ha sollevato serie perplessità riguardo alla trasparenza e al rispetto delle prerogative del suo ruolo istituzionale.

Foti si interroga sulla tempistica sospetta della circolare, chiedendosi come mai questa sia stata emanata proprio pochi giorni dopo la sua uscita dalla maggioranza, nonostante siano trascorsi otto anni di amministrazione senza la necessità di un simile intervento. Perché questa iniziativa non è stata presa
prima? La coincidenza appare significativa, e Foti ipotizza che le ragioni alla base della sua decisione di lasciare la maggioranza, già rese pubbliche, possano avere un peso tale da scuotere profondamente la sede istituzionale di via Castello In merito alla risposta del Segretario Comunale di Chiaravalle Centrale prosegue Foti, riguardo la mia legittima richiesta di accesso agli atti, sono costretto, con sdegno e fermezza, a sollevare alcune gravissime questioni di democrazia e di rispetto delle regole.

Ricordo a tutti, e in particolare a chi sembra voler calpestare tali fondamentali princìpi, che l’art. 43 del D.Lgs. 267/2000 sancisce senza ambiguità, il diritto dei consiglieri comunali ad accedere a tutte le informazioni necessarie per l’espletamento del loro mandato. Questo diritto non può essere ridotto a una
farsa burocratica né tantomeno a un vuoto esercizio di facciata.

È vergognoso che si tenta di sabotare questo diritto con cavilli, restrizioni arbitrarie e ostacoli che calpestano ogni principio di trasparenza e minano l’integrità di una pubblica amministrazione degna di tale nome.

Mi chiedo come mai, dopo aver già evitato di rispondere con chiarezza alle contestazioni sollevate riguardo il bilancio comunale non attendibile, situazioni debitorie opache e opere pubbliche che potrebbero pesare sulle casse comunali, oggi si arriva addirittura al punto di negare l’accesso a documenti potenzialmente scottanti. Questo rifiuto lascia inevitabilmente sospettare che si voglia nascondere qualcosa di ben più serio, aggravando ulteriormente il clima di sfiducia e opacità all’interno dell’amministrazione.

Un atteggiamento di chiusura così netto e ripetuto non può che lasciare più di qualche dubbio sulla trasparenza e sulla correttezza amministrativa di questo Comune.

L’interpretazione strumentale delle norme, che sembra avere come unico fine quello di limitare il potere di controllo del consigliere comunale, è un segnale preoccupante e indegno di un sistema democratico.

È inaccettabile continua Foti, che il Segretario Comunale, nel tentativo di giustificare un’inspiegabile chiusura, si trinceri dietro l’abusata questione della protezione dei dati sensibili, strumentalizzando e, quindi distorcendo una normativa pensata per tutelare i cittadini, non certo per nascondere le
inefficienze e le mancanze di trasparenza di questa amministrazione.

Questa giustificazione non tiene né in fatto né in diritto: il diritto di accesso dei consiglieri comunali è chiaramente sancito dall’art. 43 del D.Lgs. n. 267/2000 e prevale su qualsiasi pretesa limitazione infondata.

I consiglieri, tra l’altro, sono vincolati al segreto d’ufficio, il che rende totalmente privato di fondamento ogni preoccupazione legata alla privacy. Qui non si tratta di proteggere dati sensibili, ma di un evidente tentativo di ostacolare l’esercizio del loro dovere di controllo.

Non è un caso che una delle richieste riguardasse il GIORNALE DI CASSA, un documento cruciale che registra ogni movimento economico dell’ente e rappresenta la base stessa della trasparenza amministrativa. Se l’amministrazione ricorre a banali strategie di diniego per impedirne l’acquisizione del documento, spontanea sorge una domanda: CHE COSA HANNO DA NASCONDERE?

E pensare, sottolinea il consigliere Foti, che tra gli obiettivi dichiarati dal programma della lista “Ripensiamo Chiaravalle” figuravano proprio la “RIORGANIZZAZIONE DELLA MACCHINA AMMINISTRATIVA PER GARANTIRE: TRASPARENZA, LEGALITÀ, EFFICIENZA, FUNZIONALITÀ”.

Parole vuote, a quanto pare, di fronte a una realtà ben diversa. La questione, che rappresenta una palese violazione delle prerogative istituzionali del consigliere, è già stata portata all’attenzione degli organi preposti al controllo e alla vigilanza.

Non è più possibile chiudere un occhio di fronte a un atteggiamento così intollerabile di opacità e chiusura.
Gli enti competenti hanno il dovere di intervenire prontamente per garantire che la trasparenza e la legalità non restino mere dichiarazioni di principio, ma siano rispettate nei fatti.

È in gioco il corretto funzionamento della macchina amministrativa e il diritto dei cittadini di conoscere la verità.

Il Consigliere comunale
Claudio Foti