Chiaravalle, concorso vigili: “Radici e Ali” incalza il sindaco


Il movimento civico chiede trasparenza e risposte politiche a Donato sul caso del bando contestato. “Serve chiarezza”

Il caso del concorso pubblico per l’assunzione di due agenti di Polizia Municipale a Chiaravalle Centrale continua a far discutere. Dopo la richiesta formale di annullamento in autotutela presentata dai consiglieri di minoranza, interviene anche il movimento civico “Radici e Ali”, che chiede spiegazioni dirette al sindaco Domenico Donato e alza i toni della polemica: “Stavolta, non potrà cavarsela semplicemente dicendo: chiedete agli uffici”.

Al centro della questione c’è l’ammissione “con riserva” di 144 candidati inizialmente esclusi per la mancanza della patente A, requisito ritenuto obbligatorio nel bando pubblicato a novembre 2024. Una retromarcia che, secondo la minoranza consiliare, ha generato una palese disparità di trattamento e ha compromesso la legittimità dell’intera procedura.

Per “Radici e Ali”, la vicenda non può essere ridotta a un semplice errore tecnico o a una discrezionalità degli uffici. “Siamo davanti a una decisione che ha riflessi politici, etici e amministrativi. Se il bando è stato scritto in un certo modo e poi modificato dopo la scadenza dei termini, qualcuno deve assumersi la responsabilità di questa scelta”, affermano i rappresentanti del movimento.

Nel mirino c’è l’atteggiamento del sindaco, accusato di eludere il confronto diretto con cittadini e forze civiche. “Troppo comodo rifugiarsi dietro l’apparato burocratico. Il sindaco è il capo dell’Amministrazione, risponde delle decisioni assunte e deve dare conto di fronte alla città”, si legge in una nota diffusa dal gruppo.

“Radici e Ali” chiede che venga fatta luce su chi abbia autorizzato la riammissione “con riserva” degli esclusi, e soprattutto perché non si sia proceduto — come logica e buon senso avrebbero suggerito — all’annullamento del bando e alla sua ripubblicazione con requisiti aggiornati. “Questa scorciatoia ha danneggiato chi non ha potuto nemmeno candidarsi, scoraggiato da un vincolo che poi è sparito”, denunciano.

Il movimento chiede anche trasparenza sulla pubblicazione degli atti e sulle modalità con cui sono state date comunicazioni ufficiali. “Quando si gestisce una procedura pubblica, non basta pubblicare un link a metà. Ci vogliono chiarezza, tempi certi, notificazioni tracciabili. E rispetto per chi partecipa con fiducia nella correttezza delle istituzioni.”

La vicenda, intanto, rischia di allargarsi anche sul piano istituzionale. La Prefettura è stata formalmente investita della questione.
“Radici e Ali” annuncia che continuerà a vigilare e a chiedere spiegazioni pubbliche fino a quando “non verrà fatta piena luce su ogni passaggio della vicenda. La credibilità delle istituzioni si misura nei fatti, non negli slogan”.