“Requisiti cambiati a bando chiuso: Donato deve confrontarsi pubblicamente”
Un concorso pubblico per due agenti di polizia municipale, una modifica sostanziale ai requisiti di accesso in corso d’opera, il silenzio dell’amministrazione e l’indignazione dell’opposizione. È questo lo scenario che ha portato i consiglieri comunali di minoranza Claudio Foti, Giuseppe Rauti e Vito Maida a chiedere formalmente la convocazione urgente di un Consiglio Comunale straordinario per fare piena luce su una vicenda che – a loro dire – mina la credibilità delle istituzioni e l’affidabilità della macchina amministrativa.
Tutto parte dalla determina n. 370 del 28 ottobre 2024, con cui il Comune ha indetto un bando per l’assunzione di due istruttori di Polizia Locale part-time. Il bando, pubblicato il 18 novembre dello stesso anno, prevedeva come requisito essenziale il possesso della patente B e della patente A1 o superiore, pena l’esclusione. Alla scadenza dei termini, ben 144 delle 273 domande presentate sono state escluse proprio per mancanza della patente A.
Tuttavia, a distanza di mesi, con determina n. 146 del 17 aprile 2025, gli stessi candidati inizialmente esclusi sono stati riammessi con riserva, modificando di fatto i requisiti di accesso senza alcuna nuova pubblicazione del bando. E il 30 giugno 2025, nonostante le ombre sollevate, la commissione ha pubblicato i verbali delle prove scritte.
Un iter giudicato “gravemente viziato” dai consiglieri di minoranza, che accusano l’amministrazione di avere violato i principi costituzionali di legalità, imparzialità e trasparenza.
Il bando, spiegano, una volta pubblicato “è vincolante per tutti i partecipanti” e non può essere modificato ex post, se non attraverso un annullamento in autotutela e una nuova procedura pubblica. La scelta, invece, è stata quella di modificare “in corsa” le regole del gioco, ignorando ogni richiesta di confronto.
“Il Sindaco non può più tacere”, dichiarano i firmatari della richiesta. “Deve spiegare alla comunità su quali basi giuridiche ha permesso una riapertura di fatto dei termini, e quale sia la sua posizione politica in merito. Il suo silenzio non è neutro, è una presa di posizione che alimenta sfiducia e sospetto.”
Le domande sul tavolo sono precise e incalzanti:
Quali fondamenti giuridici giustificano la modifica dei requisiti a bando chiuso?
Perché non è stato annullato e ripubblicato il bando, come prevederebbe il buon andamento amministrativo?
Perché non è mai stato convocato un Consiglio Comunale per affrontare pubblicamente la questione?
Il Sindaco ritiene compatibile con la Costituzione una procedura così condotta?
È accettabile il perdurare del silenzio su un tema che tocca diritti, equità e regole?
Per i consiglieri, il nodo non è solo tecnico o giuridico, ma soprattutto etico e politico. “Non è più tollerabile che si celebri l’azione amministrativa in pompa magna mentre si consumano atti che compromettono la fiducia della cittadinanza. L’articolo 97 della Costituzione non è un dettaglio formale, ma un presidio fondamentale della democrazia.”
Se non arriveranno risposte chiare e pubbliche in tempi brevi, l’opposizione si dice pronta a intraprendere tutte le iniziative necessarie, anche presso le sedi competenti, a tutela dei diritti violati e della legalità amministrativa.
Un nuovo fronte si apre dunque nella politica chiaravallese, con un interrogativo che attende risposta: le regole valgono per tutti, o possono cambiare a gara iniziata?