Chiarimenti storici sul Golfo di Squillace


Come ogni anno, la mareggiata ha scoperto i ruderi in località San Nicola o Monaco, oggi nota anche come Glauco e Sottovento. Qualcuno si è degnato di andarci, e stanno volando sui social delle notizie vaghe e abbastanza inesatte. Se si leggessero i libri scientifici…

Riassunto fugacissimo:

– Nell’area si vedono anche quelle che s’interpretano come Tombe sicule: la presenza di Siculi nell’attuale Calabria è segnalata da Tucidide ancora nel V secolo a. C.
– i ruderi sono opera umana, anche se in parte sorgono su scogli;
– i ruderi hanno un nome, attestato ufficialmente dalla denominazione di Santa Maria di Poliporto, che, fino al 1881, indicava la Marina di Soverato dalla Torre al Castello all’attuale Rosario;
– si tratta di un insediamento di età classica; l’etimo del nome… leggete il suddetto libro;
– l’insediamento ha una logica, che poi è la stessa di Soverato odierna: al centro del Golfo di Squillace, favoriva i commerci con la Valle dell’Ancinale e quella del Beltrame;
– a pochissima distanza per mare, Poliporto aveva come punto di riferimento l’antica Scillezio, fondata dagli Ateniesi; e la non lontana Caulonia (Monasterace Marina);
– vi passava il dromos, la strada greca, che alcuni vogliono sia l’Aquilia Traianea dei Romani;
– come tutte le coste, anche la nostra fu progressivamente abbandonata, e, nel nostro caso, sorse Soverato “Vecchio”, Suberatum o Souberaton;
– le aree abbandonate vennero spesso riutilizzate, e questo spiega le molte cavità circolari regolari, che qualcuno tracciò con il compasso (groma) e ne asportò delle pietre; troviamo cose simili a Bruzzano Zeffirio, Capo d’Orlando, Giardini Naxos e altrove
– non si tratta di macine, perché il materiale non si presta a tale destinazione, essendo artificiale e assai friabile: avrebbero mangiato più pietre che grano; e le nostre colline sono zeppe di ottime e solidissime pietre;
– è probabile che siano saliere, e si ricavava il prezioso minerale dopo che l’acqua fosse evaporata;
– le pietre asportate potevano servire da ancore o da materiale edile: se ne trovano tre a Soverato “Vecchio”.

Diamo ora un sommario quadro del Golfo in età antica:

– presenza dei Siculi;
– re Italo, siculo o enotrio, e il suo dominio politico e militare; donde il nome d’Italia, poi esteso fino alle Alpi;
– città enotria di Siberene (S. Severina);
– colonie greche di Crotone; Caulonia (Monasterace); Scillezio (si presume nell’area di Roccelletta); tracce greche in territorio di Cropani e Botricello; Poliporto (Soverato); S. Andrea; Isca…
– conflitti tra città greche: troppo lunghi e complicati, ne parlo un’altra volta;
– protostoria, presenza greca, bruzia, romana, bizantina a Tiriolo;
– accampamento di Annibale, poi Castra Hannibalis;
– colonia romana di Scolacium (Roccelletta);
– Cassiodoro;
– Città di Mira, distrutta dai Longobardi;
– Trasferimento degli abitati sui colli, e cintura difensiva di Niceforo II Foca (kastellia), ottimamente funzionante contro i Saraceni.

Si dicono e si scrivono tante altre cose, tra cui la buffa bufala di sbarchi e imbarchi di Ulisse. Leggete, in questi due testi di dignità scientifica, i capitoli dedicati all’antichità:

– Borgia, Collana Città Calabria, Soveria Mannelli, 2006;
– Soverato, Collana Città Calabria, Soveria Mannelli, 2009.

Si trovano nelle librerie e nella Biblioteca Comunale. Frequentatela.

Ulderico Nisticò


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