Ci risiamo con il Centro di accoglienza?


img_5580_d0  Era sindaco Gianni Calabretta quando arrivò tale ministro Livia Turco e promise a Soverato dei soldi per un centro di accoglienza; io mi opposi con tutte le mie forze in tutte le possibili sedi. Eppure erano altri tempi, quando il Comune teneva frequenti attività culturali, e Gianni, che è mio amico, mi faceva l’onore di coinvolgermi in ogni modo, e io, deposte le divergenze ideologiche, collaboravo ben volentieri: mi basta ricordare la Mostra sui Borbone in Calabria. Ma mi opposi ferocemente alla sola idea di un centro di accoglienza a Soverato. Figuratevi ora!

 Chi mi segue sa cosa ne penso io: con il 10% di quanto spendiamo in Italia, consentiremmo all’Africa di vivere dignitosamente, bene inteso lavorando e non chiedendo l’elemosina di fronte ai negozi o ai parcheggi abusivi; né l’Italia ha da offrire occupazione, e tanto meno la Calabria, e meno che meno Soverato.

 Il mio è un rifiuto nettissimo, senza ipocrisie politicamente corrette; né vale tentare di convincermi con sofismi da legulei: rifiuto, e basta. Ma eccepiamo anche qualche noticina:

  • Per tale scopo, ci danno 500.000 €; metà del miliardo e mezzo che prometteva la Turco.
  • Detto così, 500.000 paiono assai, ma se cominciate a spenderli… Le vetrine delle agenzie mostrano che per quella cifra si compra una villa con un poco di giardino.
  • Sappiamo bene che quando lo Stato o la Regione promettono qualcosa, è “lunga promessa con l’attender corto”; e possono passare giorni, mesi, anni prima di toccare una lira reale, un centesimo con Castel del monte dietro. Voglio sperare che il Comune di Soverato non anticipi un bel nulla, e, prima di qualsiasi provvedimento, aspetti il suddetto maniero federiciano con davanti la cifra 1.
  • Se non arrivano i soldi soldi, meglio non prendere avventate iniziative e caricarsi debiti.
  • La stessa pulce nell’orecchio la metto ai proprietari delle case: evitino di firmare un contratto di vendita o fitto se non in presenza di un assegno immediatamente esigibile; o rischiano di pagare le tasse molto prima di prendere qualcosa o nulla. Io ci farei due risate, ma non sarebbe gentile. Lo dico per chi si facesse illusioni, e magari ha una casetta da sbolognare, o chi vorrebbe lavorarla… Attenti a che un piccolo guadagno di subito non diventi un danno del futuro.
  • Non sto inventando di fantasia: in tutta Italia parecchi albergatori che si credevano furbi stanno invano aspettando soldi, e intanto gli hanno sfasciato l’albergo.
  • Fatte queste premesse un poco plebee, chiediamoci: cosa vengono a fare, a Soverato, i cortesi ospiti? Vengono a lavorare nell’agricoltura, nella pesca, nel turismo, nel commercio, nella scuola? Alquanto ne dubito, anche perché non mi pare di intravedere tutte queste attività, nella Perla; o gente che vada in giro a cercare braccia o cervelli da lavoro.
  • Ammesso utopisticamente che prima di Natale al Comune vengano rimessi 500.000 € in contanti, e con essi si faccia qualcosa, e che alcuni stranieri trovino un tetto sopra la testa… beh, sono esseri umani, hanno altre esigenze che un letto e una minestra. Pensiamo di venire loro incontro con quella cifra?
  • E finita quei denari, siamo sicuri che ne arriveranno altri?
  • E se non arrivano, paga il Comune?

 Insomma, sarei curioso di qualche spiegazione, restando alle mie osservazioni, e non tentando di spostare altrove il problema con voli di retorica. Va bene qualsiasi modo: qui su Soveratoweb, su Facebook, sui giornali compiacenti. Per telefono no, perché temo che il Sindaco non possieda un telefono.

Ulderico Nisticò


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