Coaguli di sangue? Sospesa in Danimarca la somministrazione del vaccino AstraZeneca


Ancora problemi per il vaccino di AstraZeneca/Oxford che segue la sospensione di un lotto specifico di AstraZeneca imposto dall’autorità sanitaria del governo austriaco, come forma di precauzione dopo che una persona è morta dopo la vaccinazione. Questa volta è la Danimarca a sospendere temporaneamente la somministrazione dopo la segnalazione di alcuni eventi trombotici.

Il Ministero della Salute del Paese scandinavo ha deciso di sospendere la somministrazione del vaccino AstraZeneca motivando la decisione come necessaria dopo diversi casi di coaguli di sangue tra le persone vaccinate. Tuttavia, non è ancora chiaro se i coaguli di sangue siano collegati al vaccino AstraZeneca. La conferma arriva dal ministro della Salute danese, Magnus Heunicke, attraverso un messaggio su Twitter. “Le autorità sanitarie hanno sospeso, a causa di misure precauzionali, la vaccinazione con AstraZeneca a seguito del segnale di un possibile effetto collaterale grave sotto forma di coaguli di sangue letali. Al momento non è possibile concludere se esiste una connessione.”

La somministrazione del vaccino resterà sospesa per almeno 14 giorni, una decisione presa anche a seguito di un decesso. Eppure, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, gli eventi trombotici sono stati diagnosticati e riportati anche dall’attività di monitoraggio dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA). Ad una persona in particolare sarebbero stati diagnosticati coaguli di sangue nei vasi sanguigni che lo avrebbero condotto alla morte 10 giorni dopo la vaccinazione.

Ad un secondo caso sono stati riscontrati coaguli di sangue nei polmoni ed è stato ricoverato in ospedale. Alla luce di questi casi l’EMA perciò, ha avviato una attività investigativa per capire cosa sta avvenendo. Intanto ieri l’Aifa ha pubblicato il secondo rapporto sulla vigilanza farmacologia riservata a tutti i vaccini contro il coronavirus. Il rapporto si rivolge alla popolazione italiana, dove il 93% circa dei casi di effetti collaterali ha riguardato problemi lievi.