Codacons: Una banca dati con il dna dei cani per multare gli incivili


Nelle antiche società contadine gli escrementi degli animali rappresentavano qualcosa di molto prezioso tanto che, ancora oggi, qualcuno continua a ritiene che calpestarli porti fortuna.
Magra consolazione per chi, ogni giorno, calpesta gli escrementi che “arredano” i nostri marciapiedi.
Strade e marciapiedi sono invasi dalle “cacca”. Tanto da costringere i pedoni a vere e proprie gimcane tra i “ricordini” non rimossi dai “padroni” i quali, evidentemente, non hanno alcun rispetto sia verso i propri concittadini che per la loro città.
Purtroppo risultano inutili le norme che prevedono sanzioni, anche importanti, per i proprietari. Troppo difficile applicarle, troppo difficile cogliere qualcuno sul “fatto”.
Eppure il legislatore ha previsto che chi decide di tenere un cane, debba assumersi la responsabilità delle azioni compiute dall’animale.
Finanche la Corte di Cassazione è intervenuta sull’argomento, precisando che, quando un cane sporca, il padrone è obbligato a pulire.

I DATI
In Calabria, tra cani e gatti, risultano registrati circa 140mila animali, così distribuiti: a Cosenza 47mila, a Reggio Calabria 37mila, a Catanzaro 27mila, a Crotone 15mila ed a Vibo Valentia 13mila.
E che il problema sia reale, è sotto gli occhi… anzi sotto le scarpe, di tutti.

LA PROPOSTA
Secondo il Codacons i comuni hanno la possibilità di debellare questo malcostume, attraverso l’emissione di un’ordinanza che imponga severe sanzioni a carico dei proprietari (maleducati) degli animali.
Per rendere concreta la minaccia il Codacons sollecita le città calabresi ad utilizzare la “prova” del Dna come deterrente.
Nulla di fantascientifico, anzi.
Occorre istituire un registro dei profili genetici di tutti i cani presenti sul territorio cittadino.
Imponendo a tutti i proprietari di sottoporre il proprio animale alla prova del Dna, attraverso una convenzione con gli studi veterinari.

Si tratterebbe di effettuare un semplice prelievo di un campione salivare, per poi trasferire il codice identificativo al Servizio Veterinario della Asp al fine di provvedere all’aggiornamento dell’anagrafe canina.
Tali informazioni consentiranno, quindi, di risalire al proprietario maleducato e di sanzionarlo.
Renderlo più civile, colpendolo al portafoglio.
Inoltre, tutti coloro che non avranno effettuato il test del Dna al proprio animale, entro una determinata data, non solo dovranno corrispondere al comune una sanzione amministrativa, ma dovranno effettuare il test a proprie spese.
Una battaglia di civiltà che avrebbe un importante effetto deterrente – sostiene Francesco Di Lieto del Codacons – sapere, infatti, che le feci sono riconoscibili, spingerà gli sporcaccioni a comportarsi civilmente e rendere i marciapiedi più puliti.

LE SANZIONI
Le sanzioni ipotizzate dal Codacons sono abbastanza elevate.
Fino a 500 euro se il padrone dell’animale omette di raccogliere gli escrementi prodotti su area pubblica o di uso pubblico sull’intero territorio comunale.
Siamo certi che con l’arrivo delle prime multe avremo strade e marciapiedi più puliti.
Per sgombrare il campo da qualsivoglia polemica, chiariamo che la proposta non vuole certo demonizzare i proprietari di animali, i quali, siamo certi, aderiranno ben volentieri anche per evitare di essere guardati con sospetto quando portano a spasso i loro amici.
A questo punto la parola passa ai comuni.
La risposta che giungerà dalle amministrazioni – conclude Di Lieto – e la collaborazione da parte dei proprietari degli animali, sarà la cartina di tornasole del valore che viene attribuito al decoro delle nostre città.


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