Codacons: Vigliacco è colui che, nell’emergenza, pensa con le proprie gambe


Il Magnifico Rettore dell’Università Magna Graecia è preoccupato: “Voglio evitare che finisca come in Lombardia. In Lombardia il coronavirus è esploso perché c’era una commistione di percorsi …e quindi, poveretti, tutti si contagiavano l’uno con l’altro”.

La commistione di percorsi lo preoccupa talmente tanto, fino a spingerlo a chiederne conto: “Se succede qualcosa io sono il datore di lavoro dei docenti universitari quindi finisco io in galera”.
Siamo in guerra ed il Rettore, comprensibilmente, pensa a salvare la “pellaccia”.

Un giornalista che di guerre ne ha viste davvero tante, Ambrose Bierce, definiva “vigliacco”, colui che, nell’emergenza del pericolo, pensa con le proprie gambe.
Ci perdonerà il Rettore, ma pensare a salvarsi la pelle, in un momento in cui “l’emergenza sanitaria è un problema che interessa l’umanità”, fa un pochino storcere il naso – sostiene Francesco Di Lieto.

Specie se pensiamo che al “Pugliese”, con coraggio e a mani nude, si prova a dare risposte ai cittadini, nonostante una promiscuità pericolosa, che rischia di trasformare la struttura in un focolaio d’infezione. Altro che percorsi esclusivi !
Non vorremmo che qualcuno si fosse indispettito perchè a Germaneto sono arrivati dei soggetti positivi al virus.

E così il “Policlinico”, che ha una attività assistenziale ridotta per la “strana” mancanza di un pronto soccorso, per bocca del Magnifico Rettore, fomenta paure e si preoccupa di ipotetiche responsabilità.
Chissà, magari si potrebbe pensare, per evitare ogni possibile conseguenza di natura penale, di chiudere tutti gli ospedali.

Caro Rettore, ci sono infermieri e medici che, vista la gravità della situazione, mettono a repentaglio la loro vita e quella delle loro famiglie e, ci perdonerà, per la “criminale” situazione della sanità calabrese, lo facevano anche prima di questo maledetto virus…mentre Lei ha una comprensibile paura della “galera”.
Ci scusi il paragone, ma non riusciamo a non pensare al comandante Schettino che, per salvarsi la pelle, non ebbe esitazioni ad abbandonare la nave.

Di certo, una volta terminata questa guerra – conclude Di Lieto – bisognerà ri-pensare a questa nostra Università, sempre più colonizzata e sempre più simile ad una cittadella arroccata nei suoi privilegi e spalancare quelle aule affinché si aprano al territorio e incontrino i bisogni dei calabresi.